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L’età dell’oro della Silicon Valley è alla fine

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NEW YORK (WSI) – L’età dell’oro della Silicon Valley è destinata a concludersi presto e la sua fine potrebbe decretare la morte di alcune delle più grandi start-up. E’ l’allarme lanciato dalla colonne del New York Times da Bill Gurley, uno dei più importanti investitori nel settore hi-tech (spiccano le sue partecipazioni in Uber e Snapchat).

Gurley, noto per la sua visione pessimistica sul settore tech, ha messo in luce “una completa assenza di paura” nella Silicon Valley, atteggiamento che continua a spingere i venture capitalist a correre grossi rischi nel comparto tecnologico.

Tale ottimismo, per Gurley, potrebbe presto scontrarsi con la morte dei cosidettetti “unicorni”, ovvero start-up che raggiungono la valutazione di 1 miliardo di dollari prima del collocamento. Queste società potrebbero trovarsi di fronte a una svolta nel mercato nel prossimo futuro. “Credo che vedrete alcuni unicorni morti già quest’anno”, ha anticipato Gurley.

Il giornale americano Fortune ha dedicato la sua storia di copertina febbraio agli unicorni della tecnologia, sottolineando che dal momento in cui il termine è stato coniato, ovvero nel 2013, il numero di unicorni è cresciuto da 39 a oltre 80.

L’aumento di unicorni è un buon indicatore della crescita in capitale di rischio disponibile per le start-up, in pratica mostra quanto gli investitori siano disposti a finanziare le giovani imprese. Nel 2014 c’erano sul mercato 68 unicorni solo nel comparto Internet mobile, con un valore complessivo di circa 261 miliardi dollari. (mt)