Tunisi: trovati dispersi, quattro morti italiani. Isis: “è solo la prima goccia di pioggia”
NEW YORK (WSI) – Il bilancio definitivo degli italiani uccisi nell’attacco terroristico a Tunisi, al museo del Bardo, è di quattro morti. La Farnesina rende noto infatti che ha “effettuato un primo riconoscimento fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili”. Il riconoscimento è stato reso possibile attraverso l’accesso che il personale dell’Unità di Crisi e dell’Ambasciata a Tunisi ha avuto all’obitorio dell’ospedale Charles Nicolle.
Sempre tra gli italiani, 11 sono i feriti: uno sarebbe in gravi condizioni. I morti sono: Antonella Sesino, 54 anni, dipendente del Comune di Torino e Giuseppina Biella, una settantenne di Meda, vicino a Monza, che era in vacanza in Tunisia insieme al marito; gli altri due morti, le cui generalità erano state già diffuse, sono l’informatico torinese Orazio Conte, 54 anni, e Francesco Caldara, pensionato di Novara in vacanza con la compagna, che è rimasta ferita.
Nelle ultime ore è arrivata la rivendicazione dell’Isis. “Quello che avete visto” a Tunisi “è solo la prima goccia di pioggia”. A dare informazione delle nuove minacce è, stando a quanto riporta l’Ansa, Rita Katz, direttrice del Site, il sito che monitora il jihadismo sul web.
Sempre secondo quanto riporta l’Ansa, nove sospetti sono stati arrestati per l’attentato al museo del Bardo; di questi avrebbero “legami diretti con l’attacco”. Tra gli arrestati anche la sorella di Jabeur Khachnaoui, uno dei due attentatori rimasti uccisi nel blitz, i due Itunisini Saber Kachnaoui e Yassine Laabidi.
Durante l’attacco al museo, stando alle ricostruzioni del ministero degli Interni di Tunisi, i terroristi erano “muniti di cinture esplosive” e di armi “molto avanzate”: il numero delle vittime “avrebbe potuto essere molto più alto”. “Siamo in guerra”, ha aggiunto il presidente tunisino Beji Caid Essebsi.
Almeno due estremisti che hanno attaccato il museo hanno ricevuto un addestramento militare in Libia. Il ministro tunisino della Sicurezza Rafik Chelly ha precisato che “si tratta di due elementi estremisti salafiti, che sono partiti per la Libia lo scorso dicembre dove si sono addestrati”, prima di rientrare in Tunisia.
Il bilancio delle vittime della strage che si è consumata l’altroiei nel museo di Bardo, tra le destinazioni turistiche più importanti di Tunisi, è di 23 persone, di cui 19 stranieri e due attentatori. Ha perso la vita anche un poliziotto.
Raccolte alcune testimonianze dei superstiti. “Sparano, aiutateci”, ha detto al telefono Carolina Bottari, impiegata dell’ufficio Patrimonio del Comune di Torino. La donna è la prima a riuscire a mettersi in contatto con Torino, via telefono. Poi più nulla. Successivamente si è appreso dallo stesso Comune di Torino che la donna si trova in ospedale, “è stata ferita e sottoposta ad un intervento chirurgico, a non sarebbe in pericolo di vita”. Non ce l’ha invece fatta suo marito, Orazio Conte, informatico.
Il primo ministro tunisino Habib Essid ha precisato che tra le vittime ci sono due tunisini, incluso un ufficiale di polizia che ha partecipato alla liberazione del museo dai terroristi; cinque giapponesi, sebbene il Giappone ha confermato la morte di tre cittadini, quattro italiani (la precisazione stamattina del ministro degli Esteri; due colombiani; due spagnoli; un francese, un australiano e un polacco. Ma il bilancio è destinato a essere aggiornato, in quanto non è stato possibile identificare subito le altre vittime.
Circa cento turisti di nazionalità italiana si trovavano all’interno del museo al momento dell’attacco terroristico.
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In tutto i feriti sarebbero una cinquantina. Il premier tunisino Essid ha promesso che “non avremo nessuna pietà con chi minaccia il paese”, uno dei pochi del Nordafrica ad essere stato risparmiato dalla rivoluzione della cosiddetta “primavera araba”.
Il museo Bardo si trova vicino alla sede del Parlamento dove, al momento dell’attacco, i parlamentari stavano discutendo su una legge anti terrorismo. Il Parlamento è stato evacuato.
Poche ore prima dell’attacco, il ministero dell’Interno tunisino aveva annunciato di aver sgominato una cellula jihadista nella periferia nord di Tunisi nell’ambito delle attività di prevenzione di eventuali attentati terroristici nel Paese. Questo, dopo che pochi giorni fa era stata la notizia diffusa riguardante la morte del jihadista tunisino Ahmed Rouissi, esponente di spicco di Ansar al Sharia, considerato la mente degli omicidi del 2013 dei leader dell’opposizione Chokri Belaid e Mohammed Brahmi. [ARTICLEIMAGE]
E intanto l’Isis ha postato su Twitter una foto: schiacciato un crociato italiano (foto sotto)[ARTICLEIMAGE]
(Lna-mt-DaC)