ROMA (WSI) – Anche se la riforma del Jobs Act non era ancora in vigore e quindi il governo non si può prendere come vorrebbe i meriti del balzo dei contratti a tempo indeterminato il rialzo a doppia cifra fa ben sperare per i mesi a venire.
Sebbene il mercato del lavoro sia ancora disastrato, con la disoccupazione al 12,6% (dati Istat di gennaio, era al 13,6% nel primo trimestre dell’anno scorso), è indubbio che l’aumento di 79 mila contratti nei primi due mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 sia un risultato da salutare positivamente.
“Sono davvero sorprendenti, mostrano una crescita a doppia cifra”, ha commentato il premier Matteo Renzi sui numeri ufficializzati dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
A dare una mano hanno con tutta probabilità contribuito gli sgravi fiscali per le imprese che assumono nel 2015. I dati dicono che un numero crescente di aziende ha deciso di sostituire vecchi contratti, come quelli di collaborazione continuativa con nuovi contratti a tempo indeterminato, perché più convenienti.
Poletti ha spiegato che a gennaio 2015 i contratti a tempo indeterminato sono stati il 32,5% in più di gennaio 2014. Per i giovani 15-29enni la variazione tendenziale è pari a +43,1%. A febbraio l’aumento percentuale è stato del 38,5% e per i giovani è arrivato al 41,4%.
Poletti ha spiegato che non si può sapere al momento se i contratti a tempo indeterminato sono aggiuntivi o se si tratta di trasformazioni di contratti a tempo determinato. In ogni caso, ha sottolineato,”l’orientamento a stabilizzare i rapporti di lavoro è un dato assolutamente positivo”.
I dati – spiega un report del ministero del Lavoro – sono da leggere anche in relazione ai forti incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato introdotti con la legge di stabilità 2015, con la decontribuzione triennale più lo sgravio permanente dell’Irap per i datori di lavoro.
“È un giorno importante”, ha dichiarato Matteo Renzi arrivando al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la prima volta da quando ha assunto l’interim. Secondo il premier i numeri “sono davvero sorprendenti” ed “è il segnale che l’Italia riparte”.
(DaC)