LONDRA (WSI) – La fiducia nell’economia dell’area euro è salita ai massimi da luglio 2011 e gli ultimi dati, specialmente in Germania, sono un chiaro segnale di un’accelerazione della ripresa. Ma il problema vero da risolvere è l’equilibrio tra prezzi e costo del lavoro.
Secondo Wolfgang Munchau, illustre editorialista del Financial Times, nel grande schema delle cose conterà di più dell’accordo tra Grecia e creditori per un prolungamento degli aiuti al paese dalle finanze pubbliche disastrate.
Ad esempio il potere d’acquisto in Germania e nel Sud d’Europa è ben diverso, ma l’euro è lo stesso. Se vai in un supermercato in Germania troverai prezzi simili a quelli del sud d’Europa.
Il gap non ha nulla a che vedere con le differenze di prezzo che si trovano ad esempio negli Stati Uniti tra Wichita e New York. Nell’area euro i prezzi sono più bassi nei paesi con i redditi più alti.
Qualcosa non va. Una delle ragioni principali è la bilancia commerciale. La Germania aveva un surplus commerciale del 7,5% del Pil l’anno scorso. La Grecia è in deficit nonostante abbia attraversato uno dei periodi più pesanti della storia moderna dal punto di vista del rigore e dei sacrifici fiscali.
Un altro dato che può servire a spiegare un simile andamento paradossale è la posizione netta degli investimenti internazionali – ovvero la differenza tra quello che il paese detiene all’estero e gli asset che il resto del mondo possiede invece in quello specifico paese.
Anche il costo del lavoro per unità prodotta ci racconta la stessa storia, una storia fatta di squilibri insiti nel sistema di pagamento interno all’area euro anche noto come Target 2. “L’Eurozona è sbilanciata”.
Qualsiasi situazione macro economica presenta a un certo punto degli squilibri. Sono del tutto normali, secondo Munchau, ma solo finché restano temporanei
In Eurozona “non si trova segno di una strada benigna che riporti a posto gli squilibri” della regione
È la questione più di tutte che l’establishment di economisti conservatori dell’area euro non riesce a capire. L’Eurozona non uscirà da sola dalla crisi. “Per farlo il più importante aggiustamento che va apportato è una convergenza dei prezzi e del costo del lavoro”.
I prezzi dovrebbero scendere del 10-30% in Grecia rispetto alla Germania. Perché i prezzi al consumo salgano l’unica misura che la Germania può attuare sul breve termine sarebbe un piano di accomodamento fiscale per finanziare un aumento degli stipendi nel settore privato, e tagli alle tasse per aumentare la domanda nel settore privato.
Ma non succederà mai perché la Germania si è auto imposta come regola maestra iscritta nel marmo della legge costituzionale di mantenere il budget in equilibrio in un ciclo economico, “adesso e per sempre”.
Motivo per il quale – Varoufakis e Tsipras devono rassegnarsi – “l’austerity nel Sud d’Europa è l’unica strada percorribile”.
Fonte: Financial Times
(DaC)