ROMA (WSI) – Le banche europee “sanno già che non esiteremo ad agire in maniera invasiva e diretta”. E’ quanto ha detto Danièle Nouy, numero uno del consiglio di Supervisione della Bce, nella prefazione al primo rapporto annuale sulla vigilanza.
“I nostri esperti stanno applicando il corpus unico di norme con diligenza e risolutezza, ponendo domande scomode e mettendo in discussione le risposte laddove necessario”.
“Saremo un’autorità di vigilanza severa, ma ci sforzeremo costantemente di ispirare le nostre azioni a equità e parità di trattamento”.
Nouy ha precisato che, oggetto della vigilanza unica europea sul settore bancario sono soprattutto i “paesi maggiormente colpiti dalla crisi” e i prestiti “con elevato grado di leva”. Il responsabile della supervisione ha anche sottolineato che, tra i rischi principali, si mette in evidenza una “esposizione particolarmente alta verso il segmento corporate”, dal momento che le imprese stanno assistendo a un aumento costante “delle partite deteriorate”.
Ancora, Nou ha detto che la Bce osserva attentamente le banche dei paesi colpiti dalla crisi perchè in qesti paesi si è più esposti al rischio di fallimenti societari”.
“Negli ultimi annile banche si sono trovate a operare in condizioni macroeconomiche avverse che hanno ridotto la loro capacità di generare profitti. Di fatto, la debole attività economica e tassi di disoccupazione elevati continuano a gravare sulla redditività. Si stanno seguendo più da vicino le banche situate negli Stati membri maggiormente colpiti dalla crisi poiché queste risultano essere più interessate dai default delle esposizioni verso imprese. Inoltre, particolare attenzione dovrà essere dedicata nel 2015 ai prestiti ad alto grado di leva”.
Ancora: “l’attività di vigilanza si concentrerà sull’efficacia e sulla solidità delle funzioni di gestione del rischio di credito delle banche al fine di valutare la capacità di attenuazione del rischio dell’ambiente di controllo”.
Un commento è arrivato anche dal presidente della Bce, Mario Draghi: riferendosi alla vigilanza bancaria europea, il banchiere ha affermato che la sua nascita “rappresenta la tappa principale verso una maggiore integrazione economica dopo la creazione dell’Unione economica e monetaria”.
“Si è ritenuto che l’istituzione di un’unione bancaria fosse il modo migliore per affrontare con fermezza e credibilità una delle principali sfide emerse, legata ai punti di debolezza del settore bancario”.
Arrivano intanto i dati sulle conseguenze del QE sul bilancio della Bce. Nell’ultima settimana, il bilancio si è attestato a 2.250,8 miliardi di euro (data al 27 marzo), in crescita di 92,96 miliardi rispetto ai livelli del 20 marzo, a fronte dei forti acquisti di titoli di stato, che la scorsa settimana sono ammontati a 14,7 miliardi di euro.