NEW YORK (WSI) – Complice la discesa del prezzo del greggio e l’avvio del Quantitative Easing della Bce, il Pil dell’area euro crescerà dell’1,5% quest’anno e dell’1,7% nel 2016.
Lo si legge nel report odierno degli analisti dell’agenzia di rating S&P. Per l’Italia le previsioni sono più magre (+0,4%) e si confrontano con il +0,7% previsto invece dal governo.
“Crediamo – spiegano gli analisti – che vi siano ragioni per essere più positivi circa le prospettive economiche della zona euro per i prossimi due anni e le nostre previsioni macro sono più positive di quanto non fossero nel quarto trimestre dello scorso anno”.
Tuttavia, avverte S&P, non mancano elementi di criticità: in primis la Grecia e poi il rallentamento dei paesi emergenti che potrebbe frenare le esportazioni europee. Inoltre, sottolineano gli analisti, la differente performance tra i singoli stati dell’eurozona riflette il diverso livello di successo dell’implementazione delle riforme strutturali.
S&P stima per la Germania una crescita del Pil del 2,2% quest’anno e del 2% il prossimo, per la Francia dell’1,1% e dell’1,5%, per la Spagna del 2,2% e del 2,4%.
Al palo l’Italia, dove la crescita per il 2015 è stimata dello 0,4%, con un’accelerazione nel 2016 (+0,9%).
“La performance in Italia continua a deludere”, scrive S&P, che si dice preoccupata per la mancanza di investimenti e per il contributo modesto dei consumi alla crescita.
(DaC)