MILANO (WSI) – La Borsa di Milano chiude in rialzo, aiutata dal dato positivo relativo alla produzione industriale tedesca e dalle notizie sul rimborso del debito dalla Grecia al Fondo Monetario Internazionale, che fanno tirare un sospiro di sollievo agli investitori.
Il listino Ftse Mib è salito +0,96% a quota 23.804 punti. Londra chiude a +1,07%, Francoforte fa +1,01% e Parigi +1,28%. Il listino di riferimento del continente FTSE Eurostoxx 50 ha guadagnato lo 0,93%.
Sul valutario, l’euro accelera al ribasso -0,73% a $1,07; dollaro/yen +0,10% a JPY 120,24; euro/franco svizzero +0,15% a CHF 1,0434. Euro/yen -0,66% a JPY 128,65.
In tutta Europa le Borse sono favorite dagli ultimi dati macro, mentre si rasserena ulteriormente il fronte greco dopo che Atene ha confermato il rimborso della rata da 450 milioni del presito del Fondo monetario internazionale, in scadenza oggi. “Il clima è sereno. Dopo la notizia del pagamento della rata del prestito da parte della Grecia mi sarei aspettato un rialzo più consistente sull’azionario”, dice a Reuters un trader.
Restano ancora in fase di stallo, tuttavia, le trattative tra Atene e i creditori, con il ministro delle finanze Yanis Varoufakis che ammette di essere frustrato dalla mancanza di progressi.
A livello settoriale, sul Ftse MIB bene il lusso. Tra i bancari maglia nera per MPS (-0,64%). Gli altri soli tre titoli blue chip in rosso sono Yoox, World Duty Free e Enel Green Power.
Tra i titoli di altri settori bene Pirelli anche se al performance (+0,13%) è inferiore al resto del mercato. L’accordo che porterà ChemChina ad acquisire la maggioranza di Pirelli è “blindato” anche in caso di contro Opa. Buzzi, che chiude a +2,43%, viene favorita dal giudizio di Goldman Sachs. Solo Prysmian ed Exor hanno fatto meglio del gruppo del cemento.
Focus anche sulle minute della Fed pubblicate ieri sera, che hanno confermato che le autorità del Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – non hanno un’idea chiara sul momento in cui sarà opportuno alzare i tassi sui fed funds. In generale, le minute hanno rivelato che i membri del Fomc sono divisi più che altro su un rialzo a giugno; la maggior parte ha citato d’altronde rischi sull’outlook, parlando comunque di mercato del lavoro in condizioni quasi di equilibrio.
Un certo consenso è stato trovato sull’aumentare i tassi alla fine del 2015. Il rallentamento dell’economia della Cina e il caso Grecia sono stati citati come rischi potenziali, insieme alle tensioni geopolitiche.
Nella sessione di ieri, l’indice benchmark europeo Stoxx Europe 600 è salito fino a quota 405,73 punti, superando il record di chiusura del 2000, per poi ritracciare. L’indice ha segnato un rally +19% quest’anno, beneficiando principalmente del QE lanciato dalla Bce. “Quest’anno l’Europa è favorita dall’enorme QE che è stato varato dalla Bce – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Pierre Mouton, gestore presso Notz, Stucki & Cie a Ginevra – Da un lato, abbiamo gli Stati Uniti con una buona economia e un mercato che è già salito molto. Dall’altro lato, c’è l’Europa con una ripresa appena nata e un mercato che ha ancora strada da fare”.
A salire sugli indici azionari europei i titoli delle società di media e costruzioni. Tra le storie della giornata, Vivendi in rialzo dopo aver raggiunto un accordo per pagare un dividendo aggiuntivo. A tal proposito, stando alla divisione di servizi di consulenza del Nasdaq OMX Group, i titoli delle 25 società che pagano i dividendi maggiori – scambiati sullo Stoxx 600 – hanno riportato performance migliori rispetto a società che hanno effettuato operazioni di buyback del 13% circa, lo scorso anno.
Asia contrastata, ma nuovi record per Tokyo e Hong Kong.
Sul fronte delle commodities, i futures sul Wti scambiati a New York, reduci da un forte sell off fanno +1,41% a $51,13 al barile. Brent +2,38% a $56,87. Oro sotto pressione, -0,63% a $1.195,50. Argento -1,63% a $16,18.
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(Lna-DaC)