ROMA (wsi) – L’indice azionario di Shanghai testa il nuovo record in sette anni, archiviando l’ennesima seduta positiva, con un rialzo +1,5% circa. Ma i fondamentali economici non vanno di pari passo, tanto che la Banca Mondiale taglia le stime del Pil dei paesi in via di sviluppo dell’East Asia (Cina, Mongolia, le due Coree), proprio sulla scia del rallentamento cinese.
Di fatto, la World Bank ha rivisto al ribasso le previsioni sul Pil del 2015 e del 2016 al 6,7% per entrambi gli anni, dai rispettivi +6,9% e +6,8% delle stime annunciate a ottobre, nel report “East Asia and Pacific Economic Update” reso noto oggi, e rispetto alla crescita dell’area che nel 2014 era stata +6,9%.
Riguardo alla Cina, si prevede un’espansione del Pil a un ritmo del 7,1% per il 2015 e del 7% nel 2016, contro il precedente outlook, rispettivamente +7,2% e +7,1%.
“Le continue misure adottate per contenere i debiti governativi locali, il sistema bancario ombra per tagliare la capacità in eccesso e la domanda di energia, insieme al controllo dell’inquinamento, ridurranno la crescita degli investimenti e dell’attività manifatturiera – ha scritto la Banca Mondiale nel report – Tuttavia, gli stimoli dovrebbero continuare a mitigare l’impatto sulla crescita a breve termine, nel caso in cui si presentassero segnali di rallentamento considerevolmente inferiori al target indicativo del governo di una crescita del 7% circa”.
Esclusa la Cina, si prevede che la regione sarà interessata da una crescita del Pil +5,1% nel 2015 e +5,4% nel 2016, contro il +4,6% del 2014, dunque in accelerazioni.
Collassa intanto il surplus commerciale della Cina. Nel mese di marzo, le esportazioni sono crollate -14,6% su base annua (in termini di yuan), contro le stime +8,2%; le importazioni -12,3% contro le stime -11,3%. Il surplus è crollata a 18,16 miliardi di yuan, contro stime di 250 miliardi di yuan.
In termini di dollari, il quadro è peggiore: esportazioni -15% su base annua; importazioni -12,7%; surplus $3,08 miliardi.
Fonte: Reuters