NEW YORK (WSI) -Chiusura a due velocità della Borsa Usa con gli investitori che guardano le trimestrali bancarie e una serie di dati macroeconomici. Nel finale, l’S&P sale dello 0,16% a 2.095 punti, il Dow guadagna lo 0,33% 18.036 mentre il Nasdaq cede lo 0,22% a 4.977.
Questa mattina JP Morgan ha battuto le attese e il titolo ha guadagnato l’1,56 per cento. Wells Fargo, che ha sofferto una diminuzione dei profitti, ha invece ceduto lo 0,73 per cento. Nel dopo mercato sono attesi i conti della prima azienda tecnologica, Intel.
Sul front macro, i prezzi alla produzione a marzo sono cresciuti per la prima volta da ottobre e in linea alle stime (+0,2%). Le vendite al dettaglio invece sono balzate nello stesso mese dello 0,9%, l’incremento più sostenuto da un anno ma meno del +1,1% del consensus. Intanto il Fmi ha tagliato le stime di crescita sul Pil del 2015 e del 2016 a +3,1%.
Primo trimestre sopra le stime per JP Morgan Chase, che però non basta a risollevare le sorti di un mercato azionario preoccupato per l’impatto che il dollaro forte e il calo del petrolio possono aver avuto sulle trimestrali. Tra gennaio e marzo, la banca Usa ha registrato utili per 5,91 miliardi di dollari o 1,45 dollari ad azione, contro le attese degli analisti che avevano messo in conti profitti per 1,40 dollari.
Oltre le attese anche Well Fargo: nel primo trimestre dell’anno Wells Fargo la banca ha messo a segno utili in calo annuale – dell’1,5% – per la prima volta dopo 18 trimestri consecutivi in aumento ma la banca, di cui il principale azionista e’ Warren Buffett, e’ riuscita a battere comunque le stime. Il quarto istituto di credito americano in termini di asset ha registrato utili netti per 5,8 miliardi di dollari o 1,04 dollari per azione.
Johnson & Johnson ha fatto anch’essa meglio delle attese, sia sul fronte del fatturato che dei profitti, ma il titolo cede lo 0,2% al momento Oggi renderà noti i propri conti fiscali anche Intel, a mercati chiusi.
I risultati mettono per il momento in secondo piano le preoccupazioni circa l’impatto negativo del calo del petrolio sui profitti del settore energetico e del dollaro forte su multinazionali e gruppi esportatori. L’euro si indebolisce contro il biglietto verde e lo yen.
Gli analisti interpellati da Thomson Reuters si aspettano che le società quotate sull’S&P 500 riportino una flessione dei profitti del 2,9%. Il primo gennaio dell’anno gli economisti erano più ottimisti, pronosticando una crescita del 5,3%.
Sul valutario, l’euro -0,02% a $1,0564; dollaro/yen -0,42% a JPY 119,59. Euro/franco svizzero -0,14% a CHF 1,0318, Euro/yen -0,46% a JPY 126,32.
Tra le materie prime, il greggio avanza sulle attese di un calo dello produzione dello shale gas e sui combattimenti in Yemen. Si prevede che il gas di scisto abbia registrato la prima flessione mensile da oltre quattro anni. Al Nymex, il contratto a maggio ha guadagnato 1,38 dollari, il 2,7%, a quota 53,29 dollari al barile. Fin da lunedi’ l’Agenzia per l’informazione energetica americana aveva previsto che l’output in sette regioni chiave del Paese per il gas e greggio da scisto diminuira’ di 57.000 barili al giorno in maggio rispetto ad aprile.
L’incremento inferiore alle stime dei consumi alimenta la domanda dei Treasury. E il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – calare sotto l’1,9%. Il dato alimenta i dubbi relativi a un possibile rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a giugno. Il decennale si trova all’1,8776% contro l’1,938% di ieri. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0177%
(DaC-MT)