NEW YORK (WSI) – La preoccupazione numero uno dei gestori è che sparisca la liquidità nel mercato dei Bond. Secondo quanto riferito a Bloomberg dal Ceo di Prudential Investment Management, David Hunt, il calo è già cominciato.
“La maggiore preoccupazione per chi compra è che per molte classi di prodotti nel reddito fisso c’è stata una flessione drammatica della liquidità da parte di chi vende”, ha dichiarato Hunt, 53enne a capo della divisione di gestione degli investimenti del gruppo finanziario Prudential Financial.
Il paradosso è che il maggiore rischio per i mercati finanziari è rappresentato proprio dall’effetto che potrebbero avere quelle stesse misure adottate dalle autorità per scongiurare che il sisema finanziario corra altri pericoli.
“Penso che sia un grande rischio”, ha detto Hunt, la cui divisione gestisce asset per un valore totale di circa $934 miliardi. “È una delle conseguenze inaspettate” delle iniziative intraprese dalle autorità per prevenire una nuova crisi finanziaria.
Se da un lato le dimensioni del mercato obbligazionario Usa si sono gonfiate del 23% dalla fine del 2007 alla fine del 2014, nello stesso arco di sette anni le attività di trading sono scese del 28%.
Nel tentativo di ridurre i rischi, le autorità di controllo dei mercati hanno finito per rendere meno attraente per le banche detenere bond da scambiare.
I commenti di Hunt fanno eco alle parole pronunciate di recente dal Ceo di JP Morgan Chase. La settimana scorsa Jamie Dimon ha lanciato un allarme sul fatto che la prossima crisi potrebbe essere esacerbata dalla carenza di titoli di Stato Usa.
Come ha sottolineato Chris Iggo, CIO Fixed Income di AXA Investment Managers, in Europa intanto il piano di Quantitative Easing avviato il 9 marzo ha reso più cari i bond. Il programma di acquisto di titoli di stato ha infatti “provocato una riduzione dei potenziali rendimenti sui tassi, mentre la crescita di Usa e Regno Unito tende a far lievitare i rendimenti”.
(DaC)