GINEVRA (WSI) – L’economia più competitiva al mondo non attrae più le aziende con la facilità di una volta. Non accadeva da più di dieci anni, infatti, che la Svizzera attirasse così poche società sul proprio territorio.
A influire negativamente sono le politiche fiscali e in particolare quelle relative alla corporate tax, così come i limiti ai flussi migratori che si prevede vengano imposti dalle autorità politiche visto l’esito del referendum dell’anno scorso.
Il numero di imprese straniere che fa affari in Svizzera è sceso dell’8% a quota 274, secondo quanto riferito dalla Conferenza dei Direttori Economici Cantonalo in un rapporto pubblicato oggi.
I nuovi arrivi hanno portato alla creazione di 780 posti di lavoro, in flessione del 21% rispetto al 2013.
La Svizzera sta perdendo uno dei motori più importanti della sua economia. Le società sono sempre più riluttanti a entrare in un paese che ha dato agli azionisti il potere di porre un veto sulle paghe dei dirigenti. Il tutto mentre la banca centrale prevede un rallentamnto dell’economia quest’anno.
Turismo e esportazioni vengono colpite dal franco forte che scambia poco sotto la parità rispetto all’euro. Prima che Thomas Jordan, numero uno della Banca Nazionale Svizzera, decidesse a sorpresa di sganciare la divisa elvetica dalla moneta unica, il tasso di cambio era poco sopra 1,20 franchi.
Secondo il report l’incertezza sul futuro della corporate tax, il franco forte e la capacità di assumere dai paesi dell’Unione Europea, hanno avuto un impatto sul record negativo. Berna sta studiando in questi giorni una riduzione degli sgravi fiscali per le aziende.
Fonte:Bloomberg
(DaC)