WASHINGTON (WSI) – “Buongiorno. That’s it”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha salutato la stampa italiana entrata per pochi secondi nello studio Ovale dove il presidente americano sta tenendo un incontro bilaterale con il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi. All’incontro sono inolte presente anche il vicepresidente americano, Joe Biden, e il segretario di Stato John Kerry.
Sul tavolo delle trattative, Libia, Medioriente e Russia, ma sopratutto nella speranza di creare un’asse sulle riforme e sulla crescita in Occidente. Il messaggio che Renzi vuol fare passare è che “Italy is Back”. Per il premier “se il mondo della globalizzazione chiede di cambiare, l’Italia deve cambiare”.
Renzi ha spiegato che “grazie alla leadership di Obama, l’economia americana ha ridotto la disoccupazione e aumentato il Pil. Nell’Ue invece la disoccupazione è salita e il Pil è sceso”. Secondo il presidente del Consiglio ciò è accaduto perché “il modello di sviluppo economico in Ue è basato sull’austerità e non su un’idea di crescita”.
Durante il suo discorso alla Georgetown University a Washington, Renzi ha preannunciato che dirà al presidente degli Stati Uniti che l’impegno dell’Italia continua sul fronte della crisi in Libia.
Renzi ha detto che serve “sostenere l’inviato dell’Onu per la Libia, Bernardino León”. Per ora “è difficile capire se ci sarà una soluzione diplomatica”, ha aggiunto l’ex sindaco di Firenze ribadendo che sono “necessarie operazioni di controterrorismo perché c’è il rischio di infiltrazioni dell’Isis”.
Renzi ha tenuto a precisare che non si tratta “solo di una questione di sicurezza ma anche di umanità perché la tragedia dei migranti comunque riguarda gli esseri umani”. A questo proposito Renzi ha sottolineato l’importanza di “evitare il traffico umano”.
Si parlerà anche molto probabilmente di Russia, dopo l’avvicinamento di Putin al Mediterraneo in seguito agli accordi stretti nel settore della Difesa e dell’Energia con Cipro e Grecia.
La Casa Bianca vuole inoltre affrontare il tema della crisi in Ucraina. “Le pressioni esercitate congiuntamente da Usa ed Ue sui separatisti filo-russi nell’Est del Paese affinché rispettino gli accordi di Minsk e il bisogno da parte della comunità internazionale di continuare gli sforzi contro l’Isil e altri gruppi estremisti nel Medio Oriente”.
Tra le questioni “di interesse comune” ci saranno anche la Transatlantic Trade and Investment Partnership, che porterebbe alla creazione della più grande zona di libero scambio del mondo tra le due coste dell’Atlantico, gli sviluppi economici in Europa, il cambiamento climatico e la sicurezza energetica.
(DaC-MT)