NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in forte calo con il Dow Jones che torna sotto i 18.000 punti. A pesare sull’umore degli investitori sono le preoccupazioni sull’intensificarsi della crisi greca e del rinnovato timore di un default di Atene. A peggiorare il sentiment è stato l’allarme liquidità lanciato dal Ministro delle Finanze ellenico Varoufakis. Pesano anche le nuove regole del Governo cinese sulle vendite allo scoperto.
Nel finale il Dow Jones lascia sul terreno l’1,55% a 17.826 punti, il Nasdaq arretra dell’1,51% a 4.932 punti mentre lo S&P arretra dello 0,58% a 1.205 punti.
Il petrolio ha terminato in ribasso dell’1,7% a 55,74 dollari al barile. L’oro con scadenza a giugno ha finito la seduta in rialzo di 5,80 dollari, lo 0,5%, a 1.203,80 dollari l’oncia, mentre la settimana si conclude invece con un ribasso dello 0,1%.
I titoli di stato americani mostrano andamenti in calo, con i rendimenti, che si muovono in senso inverso ai prezzi, in aumento. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano in rialzo all’1,895%.
Dal fronte macro, ancora segnali di deflazione per l’economia Usa. A marzo – secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro Usa – l’indice generale dei prezzi al consumo e’ cresciuto dello 0,2% su base mensile a fronte di un +0,3% stimato dagli analisti. Su base annua c’e’ stato un decremento dello 0,1%.
Meglio delle attese invece la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan, che è salita ad aprile a 95,9 punti da 93 a fine marzo. Il dato è migliore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo più limitato a quota 94 punti.
Nel pieno della stagione degli utili societari, Honeywell comunica che gli utili del primo trimestre hanno battuto le stime; escluse le spese pensionistiche, i profitti sono saliti a $1,12 miliardi, o $1,41 per azione, rispetto a $1,02 miliardi, o $1,28 per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Risultato migliore delle previsioni degli analisti di Bloomberg, che avevano previsto un attivo per azione a $1,39. Tuttavia, Honeywell ha tagliato le attese per le vendite del 2015 dalla forchetta stimanata compresa tra $40,5 e $41,1 miliardi alla nuova forchetta tra $39 e $39,6 miliardi. Contestualmente, Honeywell ha alzato la parte bassa del range atteso per gli utili del 2015 di 5 centesimi di dollaro, a $6,15 per azione.
General Electric, invece, chiude il primo trimestre con un utile industriale in rialzo del 9%, sostenuto da un miglioramento dei margini. Il risultato complessivo dei primi tre mesi mostra tuttavia una perdita netta di 13,6 miliardi di dollari, pari a 1,35 dollari per azione. Sul dato pesano oneri per circa 16 miliardi legati all’uscita dagli asset di GE Capital, che il gruppo ha annunciato la scorsa settimana con una mossa a sorpresa che lo ha portato a cedere la gran parte delle sue attività finanziarie.
Schlumberger, il numero uno al mondo nei servizi petroliferi ha annunciato la soppressione di 11.000 posti di lavoro e un utile netto trimestrale in calo del 39%, superiore alle attese del mercato.
Sul valutario l’euro +0,41% sul dollaro, allungando i rialzi di ieri a $1,0804. Il dollaro perde -0,24% sullo yen a 118,70. La moneta unica -0,04% sul franco svizzero a 1,0281. Euro/yen +0,18% a JPY 128,26; Euro/yen +0,18% a JPY 128,25.
Tra le materie prime, i futures Wti sul petrolio cedono ancora terreno (-0,85%) attestandosi a 56,23 dollari al barile, mentre il Brent fa -0,64% a 63,57 dollari il barile. L’oro avanza +0,46% a 1.203,50 dollari l’oncia, l’argento +0,59% a quota $16,38.
(Lna-MT)