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ANNO D’ORO PER ARNAULT

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Com’è che il mondo ha tanta fame di lusso?

L’hanno visto tutti com’è iniziato il Duemila: una infernale girandola di fuochi d’artificio, regali costosi e fiumi di champagne.

Finita la baraonda, il colosso mondiale dei prodotti di lusso, il francese Louis-Vuitton Moet-Hennessy (LVMH), ha fatto i conti.

E’ stato un anno d’oro.

Nel 1999 il giro d’affari del gruppo inventato e
presieduto da Bernard Arnault, è aumentato di 3.600 miliardi di lire e ha raggiunto la cifra record di 17 mila miliardi.

Significa il 23% in più dell’anno precedente.

Hanno tirato benissimo gli champagne (quelli di gran pregio sono praticamente tutti della LVMH, dal Dom Perignon alla Veuve Cliquot, al Pommery, Krug, Dom Ruinart) aumentati del 6% negli Usa, Inghilterra e Giappone.

Il settore ‘moda e pelletteria’, dove brilla la
stella di Louis-Vuitton, ha avuto lo spettacolare incremento del 45% dovuto all’apertura di 15 nuovi ‘globalstore’ (e con questo i negozi della LV in tutto il mondo sono arrivati a 261), all’acquisto di un nome prestigioso come Sorelle Fendi (in società con Prada) e al lancio di una nuova linea: Louis-Vuitton Cup, moda marinara ispirata all’America’s cup in corso in Nuova Zelanda.

Ottimamente anche il settore profumi, soprattutto negli Usa dove sono stati acquistati i marchi Bliss, Hard Candy, BeneFit cosmetic e Make up for ever.

Tutta la profumeria di LVMH opera sotto l’insegna ‘Sephora’, storica catena di profumeria francese che oggi conta 250 negozi in Europa e cinquanta negli Usa. Qui nei mesi scorsi sono state lanciate le ultime creazioni di Christian Dior (J’adore), Guerlain (Acqua allegoria), Givenchy (Indecenza d’Organza e Rouge Miroir) e Kenzo (Time for peace).

Il settore cosiddetto ‘distribuzione selettiva’ (sono 260 boutiques senza tasse sparse soprattutto negli aeroporti dell’Asia e della costa Americana del Pacifico), che due anni fa aveva conosciuto una battuta d’arresto a causa della crisi asiatica, è ripartito con un 21% in più ed ha visto crescere i punti vendita di altre concessioni negli aeroporti di Taipei (Taiwan), San Francisco e New York.

In queste condizioni non sorprende che l’azione LVMH quoti alla borsa di Parigi 446 euro, cioè quasi novecento mila lire.