ROMA (WSI) – Clima di tensione e soprattutto di urgenza nella riunione dell’Eurogruppo che si sta svolgendo in queste ore a Riga, in Lettonia.
Sia il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, che il suo omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble, avevano anticipato nei giorni scorsi che l’accordo non sarebbe stato trovato in questa sede, o in questo momento. Dunque, sicuramente le aspettative non erano affatto alte. Tuttavia, questa volta l’esasperazione dell’Eurozona è stata palpabile. Tanto che, stando a quanto riporta Bloomberg, il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è stato criticato aspramente, con parole come “dilettante”, “perditempo”, anche “giocatore d’azzardo”.
I ministri dell’Eurozona hanno accusato la Grecia per non essere riuscita a fare progressi nelle trattative con i creditori, due mesi dopo che ad Atene è stata concessa un’estensione del programma di prestiti di quattro mesi. Frustrazione durante gli incontri, con Jeroen Dijsselbloem, numero uno dell’Eurogruppo, che ha riferito ai giornalisti che ci sono ancora “ampie differenze di sostanza”, sottolineando: “Siamo tutti consapevoli del fatto che il tempo sta scadendo…troppo tempo è stato sprecato” e “ci sono ancora grandi problemi da risolvere”.
Dijsselbloem ha anche avvertito che sarà molto difficile considerare un nuovo programma di aiuti, per la Grecia, che riesca a coprire i suoi bisogni di finanziamento dopo il mese di giugno, vista l’assenza di passi in avanti. Scartando del tutto l’ipotesi di poter dare al governo ellenico una fetta di quei finanziamenti del bailout – pari a 7,2 miliardi di euro – prima che il paese si decide a lanciare un programma affidabile di riforme.
Perfino Mario Draghi, presidente della Bce, ha mostrato esasperazione sulla lentezza delle trattative, e ha avvertito che la Bce potrebbe anche decidere di imporre considizioni ancora piĂą dure in cambio dei finanziamenti di emergenza erogati a favore delle banche greche.
Nella conferenza stampa, il numero uno della Bce ha risposto alle domande sulla durata del sostegno della Bce al paese ellenico. Il banchiere centrale ha fatto riferito alla fragilitĂ della situazione, alla continua fuga di depositi dalle banche, al fatto che i rendimenti dei bond greci siano al massimo dal 2012.
“Più alti sono i rendimenti, maggiore è la volatilià , maggiori sono le garanzie che vengono distrutte”, ha detto. E questo significa che la Bce potrebbe ripensare alle regole fissate sui fondi di liquidità di emergenza, chiedendo ulteriori garanzie dalle banche greche.
“La Bce potrebbe dover esaminare l’opportunità di apportare cambiamenti ai tagli per i finanziamenti greci”, ha detto Draghi.
In tutto questo, è stato proprio Varoufakis a mostrarsi forse il più fiducioso sulla possibilità che, prima o poi, un accordo venga raggiunto. Un’intesa “ci sarà e sarà raggiunta velocemente, dal momento che è l’unica opzione che abbiamo”, ha detto. Il ministro greco ha parlato di molti progressi in questioni come la privatizzazione, la riforma del sistema fiscale, la giustizia, la burocrazia e i mercati di prodotti. “Se guardiamo alle ultime settimane, ciò che vediamo è convergenza”, ha affermato.
Ma era stato lui stesso, qualche ora prima, in un colloquio con il filosofo Jon Easter, ad affermare che l’ipotesi di un’uscita della Grecia dell’area euro – evento coniato “Grexit” dagli osservatori – non è un bluff.
Se Atene dovesse accettare nuove misure di austerity “insostenibili”, lo scenario Grexit sarebbe a suo avviso l’esito più naturale.
In un’intervista concessa al magazine Philosphie l’economista dell’Università del Texas ha detto che “non possiamo più bluffare. “Quando dico che finiremo per abbandonare l’euro, se siamo costretti ad accettare altre misure di austerity insostenibili, non è un bluff”.
Pur scambiando su livelli pericolosi, i rendimenti sul due anni greco sono scesi stamani al 24,46%, dal 25,4% di ieri sera. Il decennale rende il 12,27%, in calo da 12,35%.
Ieri alla tv ellenica il premier Alexis Tsipras ha riferito che la Grecia è già scesa a compromessi e che il tempo stringe. Angela Merkel, dal canto suo, aveva rassicurato che l’Eurozona avrebbe fatto di “tutto pur di evitare un default” di Atene.
Il 12 maggio il governo ellenico deve ripagare 747 milioni al Fondo Monetario Internazionale.
Le ultime dichiarazioni di alcuni ministri sono il chiaro sintomo di un disagio crescente in seno all’Eurogruppo. “Sono già abbastanza annoiato dalla questione”, aveva tagliato corto l’austriaco Hans Schelling, secondo le agenzie, giungendo al vertice informale della capitale lettone.
“Parliamo, parliamo, ma manca la sostanza”, gli aveva fatto eco lo slovacco Peter Kazimir. “Stiamo ancora spettando proposte e cifre”.
In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa AdnKronos, Kyriakos Filinis , analista economico del think tank Eliamep, la Fondazione greca per la politica europea ed estera, ha affermato che, se sarà “possibile” raggiungere entro fine maggio l’accordo intermedio, quello relativo all’estensione di quattro mesi dell’attuale programma di sostegno finanziario, “al contrario, sarà molto difficile un compromesso entro la fine di giugno sul nuovo programma di sostegno finanziario: da una parte le istituzioni dovrebbero decidere di stanziare aiuti consistenti e, dall’altra, la Grecia dovrebbe impegnarsi su altre nuove riforme”, mentre il governo “trova già difficile implementare quelle su cui si sta discutendo”.
Per questo, “sarà possibile che si debbano tenere nuove elezioni”, perché il governo attuale “non è pronto a prendersi la piena responsabilità di una possibile uscita dalla zona euro”, così come “non è in grado di promuovere riforme in contraddizione con le sue promesse elettorali”.
(DaC-Lna)