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Gestori: “Dollaro e bund non più beni rifugio: è la fine di un ciclo”

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MILANO (WSI) – A parte l’evento cigno nero di ieri, che ha visto i Bund scivolare nel contesto di una seduta estremamente volatile, i rialzisti sul Bund non devono disperare.

A dirlo è Societe Generale, che ricorda tuttavia come “chiunque compri bond oggi deve stare in allerta”. Sul breve i rendimenti potrebbero balzare ancora, specialmente nelle prossime ore in attesa del report occupazionale americano.

Ieri una pioggia di vendite indiscriminata si abbattuta su mercati illiquidi. Gli analisti della banca francese reputano quanto accaduto ieri, con i tassi sui decennali tedeschi saliti momentaneamente ai massimi di 5 mesi e mezzo in un mercato schizofrenico – volatilità ai massimi dal 2012 – “una débacle per lo più tecnica” non supportata dai fondamentali.

Detto questo, “piuttosto che provare a fare la parte degli eroi e prendersi una coltellata, è più giudizioso guardare alle opportunità che si presentano in un contesto turbolento”, oppure effettuare scambi mirati, sottoposti a condizioni particolari.

Altri gestori sono più pessimisti sul lungo termine. Con il riaccendersi delle preoccupazioni sulla Grecia, il rallentamento del Pil Usa e i primi effetti del Quantitative Easing europeo sull’inflazione, scrive l’ufficio studi della società di gestione patrimoniale Sofia, “dollaro e Bund potrebbero apparire un’ottima copertura dei portafoglio. Niente di più lontano dal vero”.

“Il dollaro ha perso sette figure, l’euro si è riportato a 1,12 (dopo il minimo
aprile in area 1,05), il Bund decennale ha perso quattro punti in meno di dieci
sedute e dall’altra parte dell’Oceano il Treasury ha perso tre punti percentuali”.

“I livelli di rendimento estremamente bassi (negativi in termini reali su diverse scadenze) risultano un eccesso di mercato giustificato in parte dal QE della BCE e in parte dai timori per la situazione greca. Quello che sembra essere cambiato sono le aspettative sull’inflazione europea: la dinamica degli ultimi giorni sembra infatti essere coincisa con i dati relativi all’andamento dei prezzi nell’Eurozona, che risalendo porterebbero ancora più in territorio negativo i rendimenti obbligazionari.

“Riteniamo che da qui in avanti possa cominciare una fase di stabilizzazione, con il rendimento del Bund mantenuto artificialmente basso dagli acquisti dell’Eurotower, ma un sequenziale miglioramento delle condizioni economiche potrebbe spingere ancora più in basso il prezzo del Governativo teutonico, con gli investitori alla ricerca di migliori opportunità rischio/rendimento altrove”.

N.B. La prima versione dell’articolo conteneva un errore. In precedenza era stato erroneamente riportata come fonte del grafico in allegato l’ufficio studi di Sofia SGR. Il grafico è invece a cura di Bloomberg.

(DaC)