MILANO (WSI) – Piazza Affari scende dai massimi intraday, in concomitanza con il ritorno degli smobilizzi sui mercati dei bond e il rally della moneta unica. Sul valutario euro in rally, +1,35% a $1,1364. Vendite sul dollaro alimentate dal dato sulle vendite al dettaglio, che su base annua hanno riportato il rialzo più contenuto dal 2009. Dollaro yen -0,66% a JPY 119,06. Euro/franco svizzero piatto a CHF 1,0417; euro/sterlina +0,99% a GBP 0,7224.
Male la borsa di Francoforte, con indice Dax -1,17%; Parigi -0,37%, Madrid -0,13%. Indice benchmark europeo Eurostoxx 600 -0,3%. A Piazza Affari il Ftse Mib sale +0,46% a quota 23.211.
Giù i Bund, con i rendimenti dei titoli di stato tedeschi che balzano +5,85% e si attestano allo 0,7178%, dopo aver testato un massimo allo 0,7297%. In crescita anche i tassi sui BTP decennali, +1,53% all’1,8766%. Lo spread Italia-Germania a 10 anni cede -0,99% a 115 punti base circa.
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Tra le materie prime, i futures sul petrolio Wti +0,08% a $60,80 al barile; il contratto sul Brent londinese +0,91% a $67,47.
Balzo dei metalli preziosi: oro +1,84% a 1.214,30 dollari l’oncia. Argento +3,56% a 17,11 dollari l’oncia.
Dal fronte macroeconomico, reso noto il dato più positivo delle attese sul Pil italiano, che in giornata ha portato al Ftse Mib di avanzare anche oltre +1%. “Il dato di oggi suggerisce che l’economia italiana è tornata su un ritmo espansionistico. È appena l’inizio di una crescita ciclica che dovrebbe acquistare slancio nel corso dell’anno”, commenta a Reuters Daniele Antonucci di Morgan Stanley Research.
Anche la la Francia è cresciuta più del previsto nei primi tre mesi dell’anno (+0,6%); ma la Germania e l’Olanda hanno deluso le attese, mentre la Finlandia è piombata in recessione (-0,1%), così come la Grecia. Inoltre, il dato generale relativo all’Eurozona ha mostrato un rialzo nel primo trimestre del 2015 +0,4%, al di sotto delle attese.
Tra i singoli titoli si distingue in positivo Moncler, con un balzo del 10% dopo i conti annunciati ieri, migliori delle attese, e le molteplici revisioni al rialzo del target price da parte di diversi broker. Volumi pari a quattro volte la media dell’ultimo mese sull’intera seduta.
A livello settoriale attenzione rivolta al settore bancario dopo che le autorità di controllo Ue hanno fatto sapere che gli istituti avranno bisogno di rispettare requisiti di capitale più rigidi se vorranno reinstaurare completamente la fiducia nel sistema finanziario.
Tra i singoli titoli, dopo essere tornata in utile nel primo trimestre, Mediaset ha detto di aspettarsi un miglioramento delle vendite provenienti dalle attività pubblicitarie nel secondo trimestre. Ma il titolo ha registrato un tonfo -4,93%, scontando anche la dichiarazione degli analisti di Barclays, che ha detto che per Premium il break even sarà “piuttosto improbabile”. Ancora, la società ha scorporato “l’ufficio paghe” e ha ceduto un ramo dell’azienda con 20 impiegati, finiti in outsourcing.
Sempre in Italia bene nel complesso i conti delle popolari. Ubi Banca ha chiuso i primi tre mesi con utili in rialzo del 30,6% e ricavi core pari a 771,8 milioni di euro. Titolo +4,87%.
Banco Popolare ha chiuso il primo trimestre con profitti pari a 209 milioni di euro mentre alla fine di marzo il rapporto di capitale CET 1 è stato dell’11,6%, ben al di sopra della soglia minima richiesta dalla Bce dell’8%. Il Ceo ha aggiunto che proseguono le trattative per la cessione di prestiti inesigibili per 250 milioni di euro: un closing dell’operazione è atteso nel giro di un mese. Bene hanno fatto anche Pop Milano (utili +5,1%) e Pop Emilia. Perdita pari a 45,3 milioni di euro invece per Banca Carige.
Occhio alle dichiarazioni dei dirigenti degli istituti, sia sull’obiettivo di procedere al consolidamento del settore, sia sulla possibilità o meno che in Italia si possa creare una bad bank.
In generale, tra le banche male Mps -0,97%, Bper +1,45%, BPM -1,05%, BP +1,73%, Intesa +2,19%, Unicredit piatta. Tra i titoli di altri settori bene Buzzi Unicem +2,65%, Campari -1,75%, Autogrill -2,92%
Sul mercato del reddito fisso, in recupero i bond europei dopo il selloff di ieri che ha interessato l’obbligazionario (ipercomprato) di tutto il mondo. I tassi sui Bund tedeschi a 10 anni scendono di 2,08 punti base allo 0,6517%. I rendimenti italiani decennali fanno -2,57 punti base punti base all’1,82%. I titoli francesi rendono lo 0,934% (-3,3 punti base), in Spagna fanno +2,68 punti base all’1,79%. Un discorso a parte merita la Grecia, dove i tassi corrono di 10,4 punti base al 10,7%.
Nelle ultime settimane il mercato obbligazionario mondiale ha accusato 450 miliardi di dollari in perdite. I rendimenti erano scesi così tanto perché il mercato aveva paura di uno scenario deflativo e recessivo in Europa. Scongiurato quello a pesare sono le speculazioni di una chiusura anticipata del programma di Quantitative Easing della Bce.
In Asia la borsa cinese oggi ha recuperato terreno.
Grazie alla forza dello yen e alla concomitante debolezza del prezzo del petrolio – dimezzato rispetto a giugno di un anno fa – il Giappone ha riportato un surplus delle partite correnti enorme: in marzo registrato il gap più ampio degli ultimi sette anni, pari a 2.800 miliardi di yen (23,3 miliardi di dollari), oltre 20 venti volte i valori di un anno fa.
(DaC-Lna)