NEW YORK (WSI) – Chiusura col segno meno per Wall Street, alla vigilia del ponte per il Memorial Day. Il mercato resterà chiuso lunedì. Nel finale: Dow -0,29% a 18.232 punti, il Nasdaq -0,04% a 5.085 punti mentre lo S&P 500 perde lo 0,23% a 2.126 punti.
Fari sulla Fed. Nel suo discorso preparato per un evento alla Camera di commercio di Providence, Rhode Island, il governatore Janet Yellen ha detto che la “debolezza dell’economia globale, insieme alle conseguenti implicazioni valutarie, ha pesato sulle esportazioni americane e sulla nostra economia. “Questo vento contrario dovrebbe venire meno con la ripresa della crescita globale, sostenuta da politiche monetarie che in generale restano altamente accomodanti”.
Il numero uno della Fed ha inoltre detto che il rallentamento dell’economia americana osservato nel primo trimestre è dovuto ampiamente a fattori transitori. “Se confermato da ulteriori stime, l’apparente rallentamento è legato ampiamente al risultato di una varietà di fattori transitori che si sono verificati allo stesso tempo, incluso un freddo insolito, un inverno caratterizzato da nevicate e dispute sul piano del lavoro nei porti della costa occidentale [degli Usa, dove ci sono stati degli scioperi]”. Questi fattori, ha spiegato Yellen, “hanno probabilmente condizionato negativamente l’attività economica”. La prima donna a guidare la banca centrale Usa si aspetta che i dati macroeconomici “si rafforzino”.
Dal fronte macro, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto ad aprile per il terzo mese di fila, segno ce l’inflazione si sta stabilizzando. Il dato è aumentato come previsto dello 0,1% rispetto a marzo e la componente core è salita dello 0,3%, massimo del gennaio 2013 e piùdel previsto. Su base annuale c’è stato però un -0,2% del dato generale (il calo maggiore dell’ottobre 2009) complice il -19% dei prezzi energetici.
Il dato core invece è in rialzo dell’1,8% in 12 mesi. L’inflazione è cruciale per determinare la politica monetaria della Federal Reserve e gli investitori credono che la banca centrale abbia un motivo in più di iniziare ad alzare i tassi se la componente core continuerà ad aumentare.
Sul valutario, il dollaro riparte alla carica nei confronti delle valute concorrenti principali. Euro cede lo 0,66% a $1,1035. La settimana della moneta unica nei confronti del biglietto verde è la peggiore da settembre di quattro anni fa. Sul franco avanza dello 0,08% a 1,0420. Nei confronti della sterlina fa +0,27% a 0,7114. Il dollaro Usa guadagna lo 0,42% sullo yen a quota 121,55.
Tra le materie prime, nonostante la brusca frenata odierna, i futures sul Wti sono ben impostati per mettere a segno la decima settimana di guadagni consecutive; un record. Ieri hanno fatto un balzo di oltre il 2%, alimentati dal calo delle scorte di greggio settimanali e dall’intensificarsi delle tensioni in Medioriente. Oggi cedono -1,68% a 59,70 dollari al barile. Il Brent lascia sul campo l’1,47% a $65,56. Oro -0,06% a 1.204,09 dollari l’oncia.
Dopo due giorni in aumento, i prezzi dei Treasury virano al ribasso. Il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – in rialzo al 2,2145% dal 2,186% di ieri. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0203%
(Na-Mt)