ROMA (WSI) – I deficit pubblici si stanno ridimensionando più o meno in tutta l’area euro, ma il fardello pubblico di Francia, Spagna e Italia continua a espandersi.
Secondo Goldman Sachs “andrebbe tagliato dell’1-1,5% del Pil sul medio termine per garantire un calo del rapporto tra debito e crescita”. Per farlo servono misure di rigore fiscale a medio termine. Le manovre accomodanti sono buone per alimentare la crescita sul breve, ma non è quello di cui l’Italia ha bisogno su un orizzonte di più lungo periodo.
I flussi tributari in entrata stanno migliorando nell’area della moneta unica e il trend è positivo da un po’ di tempo, con il deficit che si è più che dimezzato negli ultimi quattro anni, attestandosi l’anno scorso al 2,4% del Pil.
Ciononostante, dice la banca Usa in un rapporto, “il debito pubblico cresce in modo più rapido del Pil nominale”, anche se il gap nel 2014 è stato più ridotto rispetto agli anni precedenti.
Alla fine dell’anno scroso, il debito pubblico è stato pari al 91,9% del Pil, 8 punti base più del 2010.
Quanto all’Italia, implementerà un allentamento fiscale nel 2015 e non più una stretta marginale come invece l’istituto aveva previsto nel suo studio precedente.
Anche se una misura del genere ha implicazioni a breve termine sulla crescita, sul medio termine una stretta fiscale è invece necessaria per ridurre il debito pubblico.
A nulla serve la crescita a breve, dice in sintesi la banca, se poi i paese fa default sulle finanze pubbliche. “Una condizione in dispensabile per la stabilità economica a lungo termine è la solvibilità del governo”.
[ARTICLEIMAGE]
Negli scenari di base immaginati per il Pil a lungo termine, gli analisti osservano che Francia, Italia e Spagna hanno ancora bisogno di migliorare la crescita, gli equilibri fiscali e il costo dei servizi pubblici.
Se da un lato la Francia ha previsto nei suoi piani fiscali misure improntate al rigore, Italia e Spagna hanno un approccio neutrale a medio termine, mentre – stando alle proiezioni sul Pil di Goldman Sachs – avrebbero bisogno di uno sforzo ulteriore di austerity fiscale.
La situazione della Germania, senza sorprese, rimane invece “molto solida”, secondo i calcoli della banca americana.
(DaC)