ROMA (WSI) – Manca meno di un mese alla data in cui le banche dovranno fornire alle autorità italiane e statunitensi le informazioni richieste dalla normativa per combattere l’evasione fiscale che va sotto l’acronimo di FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act).
Tuttavia, nonostante l’intesa sia stata firmata ben un anno e mezzo fa, in Italia manca an cora una legge nazionale definita e non c’è ancora una data certa per l’invio delle suddette informazioni bancarie all’Agenzia delle Entrate.
Il FACTA, siglato in un accordo internazionale con gli americani il 10 gennaio 2014, è una normativa Usa finalizzata a combattere l’evasione fiscale degli statunitensi attraverso il trasferimento all’estero delle loro attività finanziarie.
Il termine ultimo entro cui le banche e gli altri intermediari finanziari dovranno inviare all’Agenzia delle Entrate le osservazioni circa le specifiche tecniche per procedere all’elaborazione e all’invio delle informazioni richieste dalla normativa scade oggi maggio.
Per il primo anno, tuttavia, le banche hanno 30 giorni di tempo in più, fino al 30 giugno 2015. Ma tale provvedimento deve essere preceduto, come ricorda BNP Paribas in una nota, dalla legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra l’Italia e gli Stati Uniti, prima, e dal decreto di attuazione della legge di ratifica, poi. Nessuna delle due tappe è stata compiuta.
L’Agenzia delle entrate è chiamata a sua volta a inviare tutte le informazioni all’IRS (le autorità del fisco Usa) entro il 30 settembre.
“Quando si è iniziato a sentir parlare della normativa FATCA – afferma Olivia Zonca, responsabile fiscalità finanziaria di BNP Paribas Securities Services – pochi avrebbero potuto immaginare il suo “effetto domino” sull’abbattimento delle barriere esistenti allo scambio di informazioni tra amministrazioni finanziarie, affinché quest’ultimo diventasse lo strumento per eccellenza della lotta all’evasione fiscale”.
L’Italia, così come altri Paesi, per riuscire a recepire nel nostro ordinamento la suddetta normativa, superando una serie di criticità, è giunta alla firma di un Accordo intergovernativo (IGA1) bilaterale, che permette alle istituzioni finanziarie di ottemperare agli obblighi informativi imposti unilateralmente dalla normativa statunitense, non direttamente, ma per il tramite dell’Amministrazione finanziaria.
La normativa Usa offre all’Italia un’occasione unica per combattere l’evasione fiscale tramite la collaborazione tra Stati, attuando lo scambio automatico di informazioni.
(DaC)