Mercati

Scandalo Fifa: Nike coinvolta? Tremano banche Uk e Wall Street

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – A tremare non è solo il mondo del calcio. Lo scandalo che ha messo in ginocchio l’immagine della Fifa, svelando un sistema di corruzione, di tangenti e di altre attività illegali, sta facendo saltare sulle loro sedie anche dirigenti di banche, e di multinazionali implicate nel business del pallone.

Vengono fatti nomi altisonanti, sui giornali del mondo più importanti si parla di Nike, colosso Usa sponsor della nazionale di calcio brasiliana, ma anche dei giganti della finanza inglese Barclays, Standard Chartered e HSBC. Il dipartimento di Giustizia Usa non si fermerà alla punta dell’iceberg: andrà a fondo e svelerà tutte le mele marce di un sistema molto più malato di quello che si pensasse.

Nel documento di 161 pagine che il dipartimento ha diffuso, si fa riferimento a una società sportiva multinazionale che ha sede negli Stati Uniti e che è stata coinvolta in episodi di “corruzione e tangenti”, a cui avrebbe fatto ricorso per aggiudicarsi l’accordo di sponsorship con la Federazione nazionale di calcio brasiliana, nel 1996.

Non viene fatto il nome della società all’interno del rapporto. La multinazionale viene chiamata “A”: ma è lo stesso sito Internet di Nike ad affermare che il marchio sportswear tra i più importanti al mondo ha firmato un accordo di licenza di maglie sportive con la nazionale brasiliana, proprio quell’anno.

Tra le altre societĂ  coinvolte, ci sono proprio le banche. Oltre a HSBC e Barclays, anche la londinese Standard Chartered Bank, che avrebbe gestito insieme alle altre due transazioni sospette legate alla Fifa o ai suoi dirigenti.

Tremano poi Citibank, JPMorgan, UBS, Bank of America, Espirito Santo Bank e Julius Bank, i cui nomi sono stati espressamente citati nel documento del dipartimento di Giustizia Usa. Tanto che un portavoce di Citi ha riferito a Cnbc che la banca “sta cooperando nelle indagini”. No comment invece da JP Morgan e HSBC.

Anche Nike ha contattato Cnbc via email, scrivendo che “nei docimenti non ci sono accuse in base alle quali un qualsiasi dipendente di Nike sia stato consapevole o abbia partecipato in modo consapevole a qualsiasi schema di corruzione o tangente”. (Lna)

Fonti principali:

Financial Times

CNBC