NEW YORK (WSI) – Mentre crescono i timori che la corsa del rally del petrolio, i cui prezzi hanno guadagnato il 30%, sia giunta al capolinea, gli investitori innervositi chiudono le posizioni nei fondi che seguono l’andamento dell’oro nero.
Quando verranno pubblicati i dati di maggio il fondo comune americano più grande tra quelli legati al petrolio è destinato a subire la fuoriuscita di investimenti più pesante degli ultimi sei anni se calcolata nello spazio di due mesi.
Gli investitori nel fondo USO (United States Oil Fund) hanno infatti prelevato quasi un miliardo tra aprile e maggio. Per avere un’idea di cosa vuol dire per il mercato del petrolio, dopo che negli stessi due mesi nel 2009 l’ETF aveva visto un esodo da 1,4 miliardi di dollari, in giugno i futures avevano perso 12 dollari al barile.
Da metà marzo il greggio ha iniziato a rimbalzare dopo aver subito un dimezzamento del suo valore da giugno dell’anno scorso. Ad aiutare le quotazioni sono state le speculazioni circa un rallentamento della produzione da parte di una serie di società di trivellazione.
Secondo gli analisti di Goldman Sachs, Deutsche Bank e Citigroup, tuttavia, le scorte ai massimi di 85 anni e il rifiuto dell’Opec di abbassare i livelli di produzione continueranno a pesare sui prezzi.
È chiaro che gli investitori non hanno alcuna intenzione di rimanere scottati una seconda volta.
(DaC)