NEW YORK (WSI) – Chiusura negativa per Wall Street con il Dow Jones (-0,94% a 17.905 punti) e lo S&P 500 (-0,86% a 5.059 punti) scivolati sotto la media mobile a 50 giorni. Male anche il Nasdaq che cede lo 0,79% a 5.059 punti.
Il tutto si verifica nel giorno in cui l’Fmi ha tagliato le stime di crescita degli Usa e ha fatto pressioni affinche’ la Federal Reserve aspetti l’anno prossimo prima di alzare i tassi di interesse. Intanto i negoziati tra Grecia e creditori non sembrano progredire con la dovuta velocita’. Atene ha scelto di non rimborsare al Fondo i 300 milioni di euro in scadenza domani ma resta in regola avendo fatto ricorso a un’opzione che consente di posticipare a fine mese tutte le rate previste a giugno. Il petrolio a luglio segno un -2,67% a 58,05 dollari al barile.
Il quadro macroeconomico Usa non aiuta: la produttività nel primo trimestre e’ stata rivista ampiamente al ribasso (-3,1% da un -1,9% preliminare). Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono invece scese piu’ delle previsioni alla vigilia del rapporto sull’occupazione di maggio.
Il dollaro è sceso ai minimi di tre settimane. Il selloff dei Bund ha spinto il rendimento decennale ai massimi dell’anno intorno all’1%. Al momento il titolo di riferimento dei Treasury rende la somma più alta degli ultimi sette mesi.
Nel dettaglio dei dati macro, fari sulle richieste iniziali alla disoccupazione che, nella settimana terminata lo scorso 30 maggio, sono calate di 8mila unita’, attestandosi a 276mila unita’. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro. Il dato e’ migliore delle attese degli analisti, che avevano pronosticato richieste pari a 279mila unita’. La settimana precedente le richieste sono state di 284mila e non 282mila come inizialmente indicato. La media a quattro settimane e’ salita di 2.750 unita’ a 274.750 unita’.
Peggio delle attese, la produttivita’ non agricola che e’ calata a un tasso annuo del 3,1% nel primo trimestre del 2015. Lo ha comunicato il dipartimento del Lavoro, rivedendo la stima iniziale di -1,9%. Il dato e’ lievemente peggiore delle attese degli analisti, che si attendevano una flessione del 3%. La produttivita’ e’ calata in conseguenza al declino dell’output (-1,6%) e all’aumento delle ore lavorate (+1,6%). Il costo unitario del lavoro e’ cosi’ salito del 6,7%, dato rivisto dal +5% annunciato inizialmente e a fronte del +6% previsto dal mercato.
Il dato sarà attentamente monitorato in vista del report occupazionale governativo di domani che potrebbe spostare la lancetta della bilancia nelle decisioni che la Federal Reserve prenderà in materia di tassi di interesse.
Sul valutario, dopo la fiammata degli ultimi giorni, che lo ha portato ad avvicinarsi a $1,13, stamattina l’euro balza in area $1,1350 (1,1348) dopo essere sceso fino anche a $1,1232 in seguito alla delusione espressa dal premier greco Tsipras per la proposta dei creditori.
Tra gli altri mercati, i futures sul petrolio Wti guadagnano lo 0,07% a 59,68 dollari al barile, mentre i contratti sul Brent fanno -0,02% a quota $63,79. L’oro cede lo 0,26% a 1.182,50 dollari l’oncia, l’argento -0,54% a 16,44 dollari.
(DaC-MT)