NEW YORK (WSI) – Luce verde a Janet Yellen per imporre una stretta monetaria. A maggio gli Stati Uniti hanno creato più posti di lavoro del previsto, 228 mila, con il tasso di disoccupazione che però è inaspettatamente risalito, al 5,5% dal 5,4% di aprile.
Gli analisti si aspettavano +225.000 unità in più e una percentuale di senza lavoro invariata al 5,4%. L’incremento mensile di nuova forza lavoro, dalle 221 mila unità di aprile, è il più accentuato da dicembre 2014.
In ripresa i salari orari, +0,3% dal mese scorso e +2,3% rispetto all’anno prima. In questo caso le stime erano per un miglioramento dello 0,2% su base mensile. Su anno invece si tratta dell’aumento più consistente dal 2009.
Visti i dati considerati positivi dagli analisti e a giudicare dal recupero degli Ois forward 3m3m3 sul mercato dei derivati, al massimo da maggio 2010 (vedi grafico sotto), il mercato teme l’avvicinarsi del rialzo dei tassi della Federal Reserve. Secondo il guru degl invesimenti Bill Gros, confondatore ed ex Ceo di Pimco, ora ci sono il 50% di possibilità di vedere un innalzamento del costo del denaro a settembre.
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L’ipotesi di un rialzo dei tassi nel 2015 potrebbe essere richiamata nella conferenza stampa che si terrà dopo il meeting della Fed del 17 giugno.
Il biglietto verde si rafforza in particolare sul rand sudafricano, salendo al livello massimo dal 2002. Il balzo sull’euro, segnalano gli analisti di Mps, è causato principalmente dal differenziale dei tassi a breve che ha segnato un nuovo record dal 2007.
MPS ipotizza una prima stretta monetaria il 17 settembre con target euro dollaro in area 1,10 a fine giugno, “prima di un recupero della valuta unica che potrebbe arrivare nella seconda parte dell’anno, fino ad 1,15 a fine anno, con possibilità di estendersi anche eventualmente anche al di sopra di tale livello”.
I futures sui principali indici della Borsa Usa hanno esteso le perdite, con il contratto sull’S&P 500 che cede lo 0,4%.
I tassi sui Treasuries decennali aumentano al 2,43% (+5 punti base). Si rafforza il dollaro, con l’euro che scende fino a bucare $1,11. Al momento vale 1,119 dollari, mentre prima del report si attestava a quota 1,1223.
L’Economic Policy Institute ha calcolato che se i 2,8 milioni di lavoratori che non fanno più parte della forza lavoro stessero cercando un posto, il tasso di disoccupazione sarebber del 7,2%.
(DaC)