NEW YORK (WSI) -Così come ampiamente previsto il Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – ha lasciato i tassi sui fed funds fermi al minimo storico, pari a zero.
Tuttavia, il comunicato della Fed e le parole proferite dal numero uno Janet Yellen, durante la conferenza stampa, lasciano pensare che il rialzo dei tassi, nel 2015, ci sarà (a dispetto dell’appello dell’Fmi, che aveva chiesto di rimandare la manovra all’anno prossimo), molto probabilmente a settembre. E non solo.
“Sta emergendo il consensus secondo cui qualcosa accadrà quest’anno. Certamente il focus di tutta la nostra attenzione è ora rivolto a settembre. Il dibattito non è se succederà qualcosa, ma di quanto (i tassi saranno alzati)”, ha commentato Carl Tannenbaum, responsabile economista per Northern Trust.
Le nuove stime del Fomc implicano ora due rialzi dei tassi sui fed funds, ciascuno di 25 punti base, ma per il 2016 si prevede una politica monetaria restrittiva portata avanti a ritmi più lenti.
I futures sui fed funds, riporta Bloomberg, scommettono su una probabilità di un rialzo a settembre pari al 46,5%, comunque minore rispetto al 49,8% di mercoledì. La probabilità che i tassi saliranno a dicembre è del 77%. Con il Pil che dovrebbe salire a un tasso annuo del 2%, nel 2015, Reuters fa notare che il comunicato lascia pensare che almeno uno e forse anche due rialzi dei tassi ci saranno, alla fine dell’anno.
Il quadro presentato dal Fomc non è tuttavia neanche così roseo da lasciar pensare che tutto sia stato deciso del tutto.
Di fatto, nel comunicato i legge che l’ economia si sta espandendo in modo “moderato”, e che il mercato del lavoro è migliorato, anche se su tale aspetto rimangono alcune preccupazioni.
Yellen ha comunque affermato che desidera assistere “a prove più decisive” di un miglioramento del mercato del lavoro, e che i salari dovrebbero crescere. “Alcune debolezze cicliche sul mercato del lavoro rimangono”, ha proseguito, facendo riferimento al tasso di partecipazione della forza lavoro più basso e all’elevato livello della occupazione part time.
Le previsioni sul Pil sono state comunque abbassate a una forchetta compresa tra 1,8% e 2% nel 2015, contro le stime di marzo, comprese tra il 2,3% e il 2,7%. Alzate anche le previsioni sul tasso di disoccupazione, atteso alla fine dell’anno tra il 5,2% e il 5,3%, lievemente al di sopra di quanto atteso in precedenza e a fronte del 5,5% della disoccupazione di maggio.
La Fed prevede che l’inflazione salirà gradualmente al target del 2% nel medio termine.
In ogni caso lo stesso istituto ha ripetuto che eventuali rialzi dei tassi dipenderanno dalla valutazione dei progressi economici; che la crescita delle spese per consumi è moderata e che l’immobiliare è migliorato. Gli investimenti e le esportazioni sono deboli ma i prezzi energetici si sono stabilizzati.
Quando è stato interessante degli annunci di Yellen, è che il numero uno della Fed, riflettendo sui rialzi tassi di interesse avvenuti nel periodo compreso tra il 2004 e il 2006, ha affermato che, “con il senno di poi, la Fed avrebbe dovuto alzare i tassi più velocemente”. (Lna)