ROMA (WSI) – La Grecia è capitolata di fronte alle richieste delle istituzioni? L’ultima parola non è detta, ma è questo quando scrivono diverse fonti, riferendosi alla riunione di emergenza della giornata di ieri.
Atene avrebbe accettato l’estensione del programma attuale di bailout (misure di austerity annesse), che scade alla fine del mese, al fine di rimanere in vita mentre valuta una soluzione nel lungo termine per far rientrare il suo debito. E’ quanto hanno riferito alcune fonti governative greche.
“Per la prima volta, accettiamo l’estensione del programma come l’unica via per andare avanti”, ha detto una fonte.
Ma il partito di Syriza sarebbe pronto a reagire. Syriza d’altronde non è un partito tradizionale, ma una coalizione di gruppi di sinistra, che non sempre condividono la stessa visione. Alekos Kalyvis, in particolare, avverte che “le persone responsabili delle trattative si muovono all’interno di un quadro che è determinato dalla Commissione centrale del partito”. Di conseguenza, è vero che i negoziatori hanno una libertà nell’assumere decisioni, “ma ciò non dovrebbe essere interpretato come se avessero un assegno in bianco dal partito. Nè ognuno di loro, né Tsipras”.
C’è anche qualcuno che fa notare che il futuro di Tsipras come primo ministro sarà in pericolo, se accetterà di piegarsi al volere dell’ex troika. Vassilis Chatzilamprou, membro interno di Syriza appartenente alla Organizzazione Comunista della Grecia – evoluzione dell’Organizzazione marxista-leninista della Grecia, da non essere confusa con il Partito Comunista della Grecia, che è al di fuori di Syriza), avverte che se Tsipras tradirà il suo partito, andrà incontro a “un suicidio politico”. Il raggiungimento di un compromesso implicherebbe anche che è un leader riciclabile: Syriza potrebbe dunque sostituirlo con qualcun altro”. (Lna)