MILANO (WSI) – I veti incrociati tra creditori e governo greco innervosiscono i mercati finanziari. Piazza Affari riduce le perdite dopo un’accelerazione ribassista che ha portato l’indice di riferimento Ftse Mib a cedere più dell’1%. Ftse Mib perde nel finale -0,53%.
Sul mercato dei titoli di stato spread BTP-Bund a 10 anni +1,64% a 128,02 punti base. Pressoché invariati i tassi sui BTP decennali, al 2,12%. Tassi Bund in calo allo 0,84%. Nervosismo dopo che secondo alcune fonti il premier greco Alexis Tsipras ha detto che “i creditori non hanno accettato le proposte della Grecia”. Un evento “mai successo prima”.
Così Davide Marone, analista valutario FXCM:
“Mercati davvero incerti oggi, complice la sempre più irrisoluta ed intricata questione greca che oggi ha colto l’interesse della cronaca per via delle estemporanee dichiarazioni del primo ministro greco Tsipras il quale ha affermato che le proposte di riforma greche sono state rifiutate dall’EWG. Ciò ha nel brevissimo destabilizzato gli indici europei che sono stati prontamente venduti, insieme al cambio Eurodollaro, salvo poi non andare ad approfondire tali vendite ma andando sostanzialmente a consolidare. In tal senso il giovedì e venerdì dei mercati potranno essere ben più instabili, weekend compreso e con quindi aperture di settimana prossima da monitorare con attenzione. Da un punto di vista tecnico gli unici spunti interessanti restano le dinamiche dollaro-centriche evidenziate, che hanno visto il biglietto verde venduto contro tutte le major questa mattina e poi ricomprato nel pomeriggio in maniera univoca”.
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Stando a quanto riferito da un funzionario governativo di Atene, Tsipras avrebbe detto che il fatto che “i creditori non abbiano accettato le misure parametriche non è mai accaduto prima d’ora. Né in Irlanda, né in Portogallo, né in nessun’altra parte. Questo strano atteggiamento potrebbe nascondere due scenari: o non vogliono un accordo o servono interessi specifici in Grecia”.
Nodi del contendere sarebbero gli aumenti dell’Iva pretesi dai creditori internazionali, su cui la Grecia resiste, e il suo eccessivo ricorso ad aumenti generalizzati delle tasse, al posto di tagli alla spesa, per effettuare il risanamento dei conti.
In Grecia, tra l’altro, Tsipras ha il coltello puntato alla gola. Il premier rischia infatti l’ammutinamento dell’ala radicale del suo partito, che si oppone alle concessioni fatte ai creditori su Iva e pensioni.
Sul valutario, volatile il dollaro, che si muove in base alle speculazioni circa il momento in cui si materializzerà il primo rialzo dei tassi della Federal Reserve dal 2006. L’euro recupera lo 0,21% a 1,1192 dollari, dopo aver bucato ieri la soglia di $1,12, sulla scia delle dichiarazioni del membro votante del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – Jerome Powell, secondo cui i tassi Usa potrebbero essere alzati a settembre con una probabilità 50 a 50. Powell crede anche nell’adozione di una politica monetaria restrittiva a dicembre.
Dollaro yen a 123,92 (-0,02%). Euro franco svizzero +0,01% a 1,0434. Euro sterlina +0,04% a 0,7103. Euro/yen +0,18% a JPY 138,68.
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Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib Mps cede durante la sessione fino a -2%, Bper -0,37%, Atlantia -0,86%, FCA -0,36%, Telecom Italia -1,43%, Stm -1,91%, Yoox -3,5%, Intesa -1%, Unicredit -1,40%. Bene Azimut +1,28%, Campari +0,57%, Eni +0,48%,
Sul fronte macro la Francia ha chiuso il primo trimestre con una crescita del Pil del +0,6%. Delude l’indice Ifo tedesco sulle aspettative della prima economia dell’Eurozona, che in giugno è sceso più delle previsioni, a 107,4. Le stime del mercato sulla fiducia degli imprenditori per le attività economiche dei prossimi sei mesi erano per un risultato di 108.
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Asia protagonsita della sesta seduta positiva di fila. L’azionario giapponese sale sui massimi di 18 anni e mezzo con il Nikkei che fa +0,28%. Superato il picco toccato ai tempi della bolla ‘dot com’. Hong Kong +0,26%, Shanghai torna a correre, +2,48%, Seul +0,21%, Sidney piatta con +0,04%.
Un indicatore del sentiment dei consumatori cinesi è tornato a saliree in giugno. L’indice Westpac MNI ha guadagnato l’1,1% a 112,3 punti dopo due mesi sottotono. La media su 12 mesi è bassina (112,4) e l’istituto autore del sondaggio, MNI, cita le misure di stimolo monetario. La banca centrale cinese ha ridotto i tassi di interesse tre voltee da novembree.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio +0,34% a 61,22 dollari al barile. I contratti sul Brent londinese fanno +0,33% a 64,66 dollari al barile. L’oro cede -0,45% a 1.171,30 dollari l’oncia. Argento +0,46% a $15,81.
(DaC-Lna)