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Pil Usa -0,2% in primo trimestre. Si teme recessione

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NEW YORK (WSI) – Resa nota la seconda e ultima revisione del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, relativo al primo trimestre del 2015. Stando a quanto reso noto dal dipartimento del Commercio, il Pil è sceso dello 0,2% nei primi tre mesi dell’anno. La performance è stata dunque meno peggiore di quanto reso noto nella prima revisione (-0,7%), e in linea inoltre con le attese.

Si tratta del terzo dato sul Pil negativo da quando è iniziato il ciclo di ripresa, ovvero dal 2011. E’ la prima volta che ciò accade dagli anni Cinquanta.

Spaventa in particolare l’aumento delle scorte, quasi del valore di $100 miliardi. Secondo gli analisti, tale fattore potrebbe indicare un notevole rallentamento del Pil anche nel trimestre corrente (ovvero secondo trimestre).

I numeri non sono affatto positivi, dal momento che appena nel quarto trimestre del 2014 il Pil aveva segnato un incremento +2,2%. Detto questo, la contrazione è stata minore di quanto temuto, grazie al sostegno che è arrivato dal fronte dei consumi.

E’ vero comunque che in tutti e tre i casi, dall’inizio della fase di ripresa, in cui è stato negativo, il Pil si è riferito al primo trimestre dell’anno, coincidente con le cattive condizioni del tempo. Secondo Michael Feroli, responsabile economista presso JP Morgan Chase a New York, intervistato da Bloomberg, “quanto stiamo vedendo conferma la storia secondo cui la debolezza del primo trimestre sarebbe stata transitoria. I consumatori sono tornati a crescere, nel complesso, in modo decente”.

Guardando alle singole componenti, le spese per consumi, che rappresentano il motore principale della crescita Usa, è stata rivista a +2,1% da +1,8% precedente.
A salire più di quanto stimato sono state le spese nei ristoranti e per i trasporti. Nel complesso gli investimenti del settore privato sono saliti +2,4%, rispetto a +0,7% comunicato in precedenza.

Le esportazioni sono scese -5,9% invece di -7,6%, sebbene il miglioramento sia stato in parte compensato da un aumento più sostenuto delle importazioni, che sono cresciute +7,1% rispetto a +5,6% precedente.

L’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo PCE si è attestata, in ribasso, al 2%, con la componente core allo 0,8%.

Il dato preliminare relativo al secondo trimestre sarà reso noto il prossimo 30 luglio. Secondo gli analisti l’economia sarà cresciuta a un tasso del 2,5% tra aprile e giugno e del 3% in media nell’ultimo semestre del 2015. Ma sullo sfondo si teme sulla sostenibilità della ripresa economica degli Stati Uniti. E se nel secondo trimestre dovesse apparire un altro segno meno, si tratterebbe di recessione tecnica, ovvero di due trimestri consecutivi di Pil negativo. (Lna)