ROMA (WSI) – L’operazione di aumento di capitale lanciata da Banca Carige ha fatto il tutto esaurito. L’istituto ha comunicato che è stato sottoscritto il 99,83% dell’offerta per un ammontare di Euro 848.228.766,84 e che i diritti di opzione non esercitati saranno offerti in borsa a partire dal 29 giugno 2015.
Durante il periodo di offerta in opzione, iniziato l’8 giugno 2015 e conclusosi il 25 giugno 2015 (estremi inclusi), sono stati esercitati n. 103.568.836 diritti di opzione per la sottoscrizione di n. 724.981.852 Nuove Azioni, pari al 99,83% del totale delle Nuove Azioni offerte, per un controvalore complessivo di Euro 848.228.766,84.
Al termine del Periodo di Offerta risultano non esercitati n. 176.372 diritti di opzione che danno diritto alla sottoscrizione di complessive n. 1.234.604 Nuove Azioni, pari allo 0,17% del totale delle Nuove Azioni offerte, per un controvalore di Euro 1.444.486,68.
Non solo investitori istituzionali, anche il comparto retail si è mostrato interessato.
L’inoptato, scrive Milano Finanza, è praticamente inesistente: i diritti di opzione non esercitati saranno offerti in borsa a partire dal 29 giugno 2015. “E comunque, come ricorda la banca presieduta da Cesare Castelbarco Albani, entusiasta dell’esito dell’aumento, l’operazione è garantita da un consorzio di istituti capeggiato da Mediobanca”.
Sempre secondo Milano Finanza, “gli imprenditori Vittorio Malacalza (al 10,5% prima dell’avvio dell’aumento) e Gabriele Volpi (al 5% in fase pre-aumento) dovrebbero essere saliti ancora nel capitale. Malacalza Investimenti avrebbe ora il 17% circa, mentre Volpi si sarebbe attestato al 5,5%. Entrambi avevano manifestato l’intenzione di crescere in Carige, ma senza superare la soglia d’opa. I francesi di Bpce, un tempo azionisti al 9,9%, sono scesi considerevolmente: dapprima vendendo un pacchetto di partecipazioni a Malacalza per 32,6 milioni di euro (6,74 euro per azione) e poi vendendo i diritti in fase di aumento tanto che il 12 giugno la loro quota è scesa dal 4,925% all’1,851% di Carige (un’operazione che non tiene conto di un eventuale effetto diluitivo che potrebbe essersi registrato nel corso della ricapitalizzazione). Un’altra new entry di questi giorni è quella di Generali, che detiene il 5,122% di Carige ; la partecipazione è detenuta tramite Generali Investments Sicav, in proprietà diretta e, anche in questo caso, “è riferita al capitale sociale di Banca Carige senza tener conto dell’aumento di capitale in corso” (l’operazione data 10 giugno). Una posizione che, secondo quanto spiegato da Generali, è di puro asset management.
Alle 10.47 ora italiana, il titolo Banca Carige segna un rialzo +1,67% a 1,77 euro.