Wall Street mista, è il giorno con i volumi più alti dell’anno. Outlook Bank of America
NEW YORK (WSI) – Wall Street incerta, sulla scia delle incognite sul destino della Grecia.
Si prevedono volumi elevatissimi sul finale di seduta, quando gli indici Russell si sottoporranno alla routine annuale di aggiungere ed eliminare titoli azionari. Si tratterà, di fatto di un rimpasto. Rolf Agather, managing director della divisione di ricerca del Nord America per il Ftse Russell, fa notare che ci sono circa $800 miliardi di soldi investiti in fondi e ETF che ricalcano gli indici Russell.
“Si tratta generalmente del giorno di trading maggiore dell’anno sui mercati Usa; verso la chiusura delle contrattazioni a Wall Street si aspettano operazioni di trading per valori di $40 miliardi o anche $50 miliardi.
Stando a quanto riporta MarketWatch, le protagoniste delle recenti operazioni di Ipo, come Bojangles, Etsy, GoDaddy e King Digital, entreranno a far parte dell’indice Russell 3000. Da segnalare che l’indice Russell 3000 è formato dalla combinazione tra l’indice delle small cap Russell 2000 e quello delle big cap Russell 1000.
Tra i titoli che lasceranno il Russell 3000 titoli come Aeropostale e HHGregg, Belo e McClatchy.
Dow Jones in lieve rialzo, +0,25%. Nasdaq sotto pressione, -0,30%, S&P 500 piatto.
Tra i titoli che si mettono in evidenza tonfo di Micron, che cede -16%, dopo che la società di semiconduttori ha riportato un calo negli utili del suo terzo trimestre fiscale. Nike +4%, sostiene il Dow Jones, sulla scia di un bilancio accolto positivamente dagli investitori.
In ambito macro reso noto l’indice della fiducia dei consumatori stilato dall’Università di Michigan, che è salito a 96,1 punti, al massimo in cinque mesi, recuperando dal calo di maggio.
Focus sul mercato dei Treasuries Usa, che stanno oscillando all’interno del range più stretto del mese, con gli investitori che sono combattuti tra le informazioni che arrivano dall’economia Usa che, pur con tanti dubbi, sono positive, e il rischio default della Grecia.
Dalla seduta di martedì, i tassi decennali hanno oscillato tra il 2,36% e il 2,43%. “Per i mercati globali del reddito fisso è difficile stabilire un nuovo momentum, con il fattore Grecia ancora protagonista – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Michael Leister, strategist senior sui tassi presso Commerzbank, a Francoforte – Al di là della Grecia, abbiamo la prossima settimana dati molto importanti dal fronte Usa, incluso il report occupazionale, che determineranno le scommesse del mercato su un rialzo dei tassi Usa da parte della Fed. Dunque, questo spettro di riluttanza da parte dei mercati non è proprio una sorpresa”.
Leister sottolinea che i mercati sembrano “paralizzati” dall’incertezza della Grecia. “L’attività è molto bassa. Ci sono davvero pochi investitori che vogliono prendere posizioni in questo mercato. Molti ultimatum sono scaduti, e dunque poensavamo che ci sarebbe stata maggiore chiarezza sulla Grecia, ma non è stato così”.
Intanto, stando ai dati sui futures elaborati dal CME Group, c’è il 54% di probabilità che la Fed alzi i tassi quest’anno, e il 18% che i tassi vengano alzati di due o anche più volte, di 25 punti base. “Se non fosse per la Grecia, probabilmente i tassi Usa sarebbero più elevati”, ha commentato Chris Dickman, gestore di fondi presso Altius Asset Management, con sede a Sidney.
Sul fronte azionario, Dan Suzuki, strategist degli investitori presso Bank of America Merrill Lynch, consiglia un approccio cauto a investire sul mercato Usa e spiega il motivo per cui Wall Street potrebbe subire un calo tra il 5% e il 10% nei prossimi sei mesi. Detto questo, Suzuki afferma che l’azionario rimane la scelta migliore rispetto ad altri asset come commodities e Treasury. I ritorni del mercato azionario, per lo strategist, comunque saranno più bassi, ma non è il caso, afferma, di essere “bearish”.
Sul valutario l’infinita saga del debito ellenico spinge gli investitori a non prendere troppo rischi e mantenere le proprie posizioni. L’euro si muove in trading range in area 1,12 dollari. Al momento scambia in calo marginale dello 0,01% a $1,1204. Dollaro yen a 123,42 (-0,17%) ed euro franco svizzero -0,61% a 1,0433.
Tra le materie prime, chi investe nel greggio guarda agli ultimi sviluppi in Grecia ma anche alle novità sull’accordo nucleare con l’Iran. I futures sul petrolio perdono -0,3% a $59,52 al barile, Brent piatto a $63,21 il barile. Oro +0,05% a $1.173,81 l’oncia. Argento -0,31% a 15,81 dollari l’oncia.
(Lna-DaC)