Una settimana difficile e nervosa quella che inizia domani sui mercati europei, e non solo.
In primo piano la moneta europea che si affaccia sul mercato dei cambi partendo da quota 0,9739 nei confronti del dollaro, 1988,161 lire, la quotazione più bassa mai toccata dall’inizio della sua storia.
Su questo terreno, con in primo piano la decisione sui tassi di interesse, si confronteranno la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea e gli operatori si preparano ad affrontare gli effetti che ne scaturiranno.
E gli effetti sono sempre difficili da prevedere. Se i mercati reagiranno poco o per nulla si dirà che l’effetto era stato già scontato nelle sedute borsistiche precedenti, se la risposta delle borse sarà troppo negativa ci si appellerà alla scarsa fiducia degli investitori e allo spostamento degli interessi in attesa di tempi migliori.
Certo è che la chiusura di Wall Street di venerdì non aiuterà le piazze europee e gli spunti per una ripresa non sono molti, soprattutto a Piazza Affari negli ultimi giorni interessata solo ai telefonici e ai titoli legati ad Internet. E poi c’e’ l’avvertimento del Governatore della Banca d’Italia sulle borse sopravvalutate.
Forse l’accordo Vivendi – Vodafone (vedi articolo) potrebbe però smuovere le acque, anche se siamo sempre nel campo della telefonia e di Internet:
Già domattina i ministri finanziari degli 11 Paesi dell’Unione Monetaria si riuniranno a Bruxelles con il Presidente della Bce Duisenberg per valutare la debolezza dell’euro. Poi toccherà al Consiglio dell’Ecofin allargato ai quindici esprimere il proprio parere e analizzare gli ultimi sviluppi dei mercati finanziari.
MA le indicazioni vanno nella direzione di una fiducia nella ripresa economica con riflessi positivi anche sulla valuta europea.
Ma la debolezza dell’euro, secondo il finanziere americano George Soros, e’ da addebitare alla situazione politica tedesca e al deflusso di capitali dovuto alla necessità di un welfare europeo insostenibile.
Secondo Soros – che ha parlato al Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera – “se le cose peggioreranno interventi concertati delle banche centrali potrebbero essere appropriati; le banche centrali europee hanno grosse risorse e un’enorme disponibilità di dollari che possono convertire in euro in ogni momento”.
Sempre secondo il finanziere “in un sistema globale i capitali vanno e vengono dove vogliono ed è molto difficile in queste condizioni mantenere un welfare state, un sistema sociale, come ai tempi in cui i capitali non erano liberi di muoversi.”
E ha sostenuto che “per garantire stabilità ai mercati è necessario creare una banca centrale internazionale che agisca come prestatore di ultima istanza”.