Oggi l’economia americana comincia il suo 107esimo mese di espansione ininterrotta, una soglia che segna il record assoluto nella storia (tra 30 giorni saranno esattamente 9 anni).
Entrando nel 107esimo mese viene infatti battuto il precedente primato (106 mesi) che risale agli anni Sessanta, gli anni detti appunto da quel momento del boom (a quella generazione, come sappiamo, e’ stato affibbiato il nome di baby-boomers).
A rendere possibile l’attuale boom dell’economia degli Stati Uniti, cominciato secondo le statistiche il 1. febbraio 1991, due settimane dopo l’inizio della Guerra nel Golfo, secondo gli economisti hanno contribuito diversi fattori.
Ma i principali – tralasciando tutti i trend minori – sono le nuove tecnologie (tra cui in primo luogo microchip e internet); un’accorta politica monetaria da parte di Alan Greenspan e della Federal Reserve (sara’ pura coincidenza, ma oggi il superamento del vecchio record di espansione coincide con la riunione del Federal Open Market Committee della Banca Centrale Usa che decidera’ in materia di tassi); e infine – soprattutto – il mercato borsistico.
E’ stata proprio Wall Street, infatti, tra tutti i fattori, il volano di questa clamorosa accelerata verso il benessere (che non ha privilegiato tutti, ma che comincia a provilegiare molti); che ha fatto, fa, e fara’ girare un’economia come quella americana per due terzi fondata sui consumi.
Wall Street, insomma, e’ diventata l’unico vero ”motore di ricerca” del denaro. E’ il mercato azionarioche, catalizzando di fatto tutte le cellule positive che contribuiscono al successo dell’economia americana, ha dato i muscoli all’espansione piu’ duratura e ricca della storia.
Una notazione finale per quantificare le dimensioni della crescita: alla vigilia dell’ingresso del periodo di espansione che oggi entra nel 107esimo mese di vita, l’indice Dow Jones faceva segnare quota 2.882.