Immaginate una pagina web che ospita una galleria di immagini di splendide ragazze: tutte giovani, tutte che sprizzano salute, tutte in pose provocanti, tutte in abiti succinti. Fin qui, nulla di strano: la Rete pullula di foto di bellissime modelle, che vanno dall’assoluta castigatezza al porno. La novità, però, è che sul sito americano in questione – chiamato ‘Ron’s Angels”, di proprietà di un certo Ron Harris – volti e corpi femminili sono stati immortalati non per stimolare le fantasie maschili, ma per reclamizzare la vendita di un prodotto particolarissimo: e cioé gli ovuli di queste stesse donne (in maggioranza studentesse universitarie), messi all’asta online. Base minima: 15 mila dollari, tetto massimo 150 mila. Le offerte potranno essere lanciate, via Internet, da lunedì.
Un’iniziativa tutta basata su su un’idea assolutamente controversa, dal punto di vista etico, ma assai diffusa sul piano concreto: l’inseminazione artificiale vista come una sorta di laboratorio della bellezza, in cui creare esseri umani ad immagine e somiglianza dei canoni estetici dei genitori. E allora perché, per invogliare le coppie a comprare gli ovuli, non far vedere come sono perfette e piene di salute le donatrici? Perché, insomma, non far diventare le modelle testimonial di se stesse?
Questa la strategia di fondo. Ma intanto, negli Stati Uniti, è polemica: a insorgere sia contro la vendita online di ovuli (bandita, ad esempio, dalla maxi-casa d’aste e.Bay), sia contro la messa in linea delle provocanti foto delle ragazze, diverse associazioni del settore. Ecco il commento rilasciato al New York Times da Sean Tipton, portavoce della Società americana di medicina riproduttiva: ”E’ un comportamento al di fuori di qualsiasi etica”. Ma il fotografo Ron Harris respinge al mittente le critiche: ”Se tu potessi aumentare le chance di mettere al mondo un bambino ben fatto – ha dichiarato – non lo faresti?”. Per il resto, ha proseguito, sul sito tutte le condizioni dell’asta sono chiarissime: viene spiegato senza possibilità di equivoci che il prezzo è tutto compreso, e che al gestore andrà il 20 per cento della somma; il resto spetta invece alla donatrice.
Bisognerà attendere lunedi’ 25 ottobre, giorno di lancio del sito, per vedere la risposta della potenziale clientela: una platea vasta, visto che negli Stati Uniti ci sono oltre 6 miloni di donne non fertili. Ma non basta: sulla pagina web di Harris è già annunciato che presto verrà messo in linea un analogo album fotografico dei donatori di sperma. Unica differenza, le tariffe: per gli uomini si potrà arrivare fino a 50 mila dollari.