Ci sono gli Ipo (initial public offering), che notoriamente il primo giorno di quotazione a Wall Street salgono di prezzo e rendono felici gli investitori. E poi ci sono Ipo come quello di Sycamore Networks, che, non abbiamo dubbio, costringeranno i lettori di Wall Street Italia a seguire un po’ piu’ da vicino le vicende della borsa di New York.
I titoli di questa piccola societa’ operante da appena due anni nel settore delle tecnologie per telecomunicazioni, sono stati collocati venerdi’ a Wall Street a 38 dollari l’uno. In pochi minuti dall’inizio delle contrattazioni, al Nasdaq, sono schizzati a 270 dollari. Le azioni hanno chiuso poi la giornata a 184 e 3/4, in rialzo di 146 e 3/4, cioe’ +386% (vedi SCMR). Si tratta del quarto maggior balzo in avanti in assoluto per il pimo giorno di quotazione di un Ipo, dopo TheGlobe.com, (+606%), Foundry Networks (+525%), MarketWatch.com (+474%).
Ma l’eco dell’exploit di Sycamore Networks e’ destinata a durare. In realta’ il collocamento ha fatto battere a questa piccola societa’ con sede a Chelmsford, in Massachussetts, un altro record: mai un titolo quotato a Wall Street aveva raggiunto in un solo giorno una capitalizzazione cosi’ alta: 14,2 miliardi di dollari, cioe’ 25.000 miliardi di lire.
Ovviamente, tutto cio’ letteralmente, non ha senso. E da’ anzi la misura del livello di speculazione raggiunto dal mercato Usa. E di quale enormita’ sia ormai la bolla che grava sulla borsa americana. Per fare un raffronto, Sycamore Networks, una nullita’ industriale, capitalizza cifre non molto lontane da quelle di una blue chip del Dow Jones come Xerox, che alla chiusura di venerdi’ valeva 16,8 miliardi di dollari.
Sycamore fabbrica prodotti che permettono ai networks in fibra ottica dedicati al traffico internet di operare a maggior velocita’ e a costi ridotti. Ha compiuto la prima consegna lo scorso maggio, fatturando cosi’ 11,3 milioni di dollari. La Xerox nel solo terzo trimestre ’99 ha fatto registrare un fatturato di 4,6 miliardi di dollari. Sycamore, come quasi sempre accade per le aziende internet, non fa ancora utili; per l’anno chiuso il 31 luglio scorso ha annunciato una perdita di 19,5 milioni di dollari. Non crede ai suoi occhi il presidente e amministratore delegato, Dan Smith, 49 anni. ”Siamo senza dubbio piacevolmente sorpresi dalla reazione degli investitori al nostro Ipo”, ha detto piuttosto formalmente, mentre intendeva dire: ”Incredibile, roba da pazzi, roba da non crederci!”. Smith possiede un pacchetto azionario che in poche ore lo ha posto di diritto nella lista degli uomini piu’ ricchi d’America, con un patrimonio (sulla carta) di 2,72 miliardi di dollai (4.900 miliardi di lire!). Rimane ancora il principale azionista, avendo ceduto al mercato appena 7,4 milioni di azioni, cioe’ il 9,6% dell’azienda, il che gli ha permesso di raccogliere all’istante 284 milioni di dollari. Visto il livello di attenzione da parte degli investitori, il titolo avrebbe potuto in teoria essere collocato anche a prezzi piu alti. Ma Smith non e’ arrabbiato con la banca d’affari che ha curato il collocamento. ”Basandoci sulle informazioni in nosto possesso – ha detto – abbiamo ritenuto che il prezzo fosse corretto”. Bonta’ sua, che campione di fair play.
In conclusione, vorremmo chiedere ai nostri lettori: vi interesserebbe sapere come partecipare a questi Ipo? Non sarebbe interessante se anche voi, dall’Italia, foste informati prima, per intervenire investendo, invece di leggerne la cronaca a cose fatte? Conosciamo gia’ la risposta. Ma vorremmo anche sapere cosa pensate della questione Ipo in generale. E’ giusto accada cio’ che accade a Wall Street? Secondo voi e’ speculazione, o solo la giusta valutazione di aziende che il futuro premiera’ come leader? Scriveteci: stavolta pubblicheremo le vostre lettere.