Lingotti d’oro come Bot o titoli azionari: da domani in Italia famiglie e imprese potranno liberamente acquistare il metallo giallo come bene da investimento.
La nuova legge sulla liberalizzazione del settore (in vigore da domani) sancisce infatti, dopo 55 anni, la fine del monopolio dell’oro attribuito finora all’Ufficio Italiano Cambi.
Dai lingotti alle placchette (di peso superiore a un grammo e di purezza pari o superiore a 995 millesimi) fino alle monete d’oro (coniate dopo il 1800), la legge riscrive ora tutta la disciplina di un settore vitale dell’economia nazionale essendo l’Italia tra i principali Paesi produttori di oreficeria al mondo. Nella penisola operano infatti più di 50 mila addetti alla lavorazione dell’oro, con l’utilizzazione di 500 tonnellate di oro grezzo (oltre il 20% della trasformazione mondiale) e un giro d’affari di 11 mila miliardi.
Finora l’Uic era l’unico organismo abilitato ad acquistare e vendere oro con un sistema autorizzativo del ministero del Commercio Estero per l’acquisto diretto da parte degli interessati. Un vincolo che ha creato un mercato nero dell’oro grezzo in Italia dimostrato dalla mancanza di coincidenza, negli ultimi anni, tra la quantità di oro ufficialmente affluita nel Paese e quella realmente lavorata.
La legge ora prevede che la liberalizzazione del mercato dell’oro sia soggetta a una dichiarazione dell’ Uic per tutte le operazioni di acquisto superiori a 20 milioni.