ROMA (WSI) – Montano speculazion in Cina, secondo cui il governo interverrà per prevenire ulteriori perdite sull’indice Shanghai Composite, attaccato dalle vendite nelle ultime sessioni (a parte il balzo +5,5% della vigilia).
In particolare, l’Economic Observer, stando a quanto riporta Bloomberg, ha reso noto che il governo starebbe considerando alcune manovre di riduzione delle tasse, e il ministero delle Finanze ha sottolineato che permetterà ai fondi pensione di investire in azioni.
“Raccomanderei di acquistare sfruttando la debolezza (recente) – ha detto Enzio Von Pfeil, strategist presso Private Capital Investment – Il governo si sta facendo avanti. Gli investitori istituzionali torneranno ad acquistare”.
Lo Shanghai Composite è entrato nel mercato orso, crollando più del 20% dai suoi massimi, sulla scia dei timori secondo cui i titoli azionari sarebbero sopravvalutati.
Ma in Cina c’è un altro motivo per festeggiare. Pechino ha ufficialmente lanciato la sua Banca Mondiale, con una cerimonia che ha visto diversi rappresentanti di paesi come la Gran Bretagna, la Germania, la Corea del Sud e l’Australia. Cinquanta i paesi che hanno aderito all’iniziativa dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), compresi anche l’Italia e la Francia.[ARTICLEIMAGE]
Si parla di Banca Mondiale della Cina in contrapposizione alla Banca Mondiale con sede a Washington.
L’AIIB è stata lanciata a Pechino lo scorso anno, con l’intento di stimolare gli investimenti in Asia nei settori del trasporto, dell’energia, delle tlc e delle infrastrutture, ed è stata subito considerata come una rivale, sia per la Banca Mondiale che per l’Asian Development Bank. La Cina ha comunicato all’inizio dell’anno che 26 sono i membri fondanti, principalmente dall’Asia e dal Medio Oriente. La Cina sarà il maggior azionista, con una quota del 30,34%; al secondo posto, l’India, con una partecipazione possibile compresa tra il 10 e il 15%.
Il ministro delle finanze cinese Lou Jiwei ha dichiarato di essere fiducioso sul fatto che l’AIIB potrà iniziare a essere operativa prima della fine dell’anno, stando a quanto riporta Reuters. L’organizzazione mira a una capitalizzazione di $100 miliardi, con Pechino che contribuirà con $29,8 miliardi. Tra i membri anche la Russia e paesi del Medio Oriente, come Israele e Iran.
Pechino avrà il 26 per cento dei diritti di voto, potendo in questo modo esercitare un diritto di veto su decisioni chiave che richiedono il 75 per cento dei voti. L’India avrà un peso nel voto del 7,5 per cento, la Russia del 5,9 per cento, la Germania il 4,15 per cento. Per quanto riguarda l’Italia, avrà diritti di voto per il 2,49 per cento.
Un vero e proprio schiaffo per gli Stati Uniti che, insieme al Giappone, è tra i maggiori paesi che non aderiscono all’iniziativa.[ARTICLEIMAGE] (Lna)