Economia

Wall Street in ripresa. S&P e Dow Jones, i peggiori e migliori (GRAFICI)

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NEW YORK (WSI) – L’azionario Usa è riuscito a chiudere in positivo nel finale, con il Dow Jones salito +0,53%, a 17.776,91, S&P 500 +0,61% a 2.081,34, e il Nasdaq +0,11% a 4.997,46. Forti vendite avevano caratterizzato Wall Street nelle ore precedenti.

Il quadro, per Wall Street, non è però certo positivo. L’ultima volta che il Dow Jones Industrial Average ha segnato un record è stato lo scorso 19 maggio, e da allora è in calo -4,4%. Da quel giorno, gli unici titoli in rialzo sono Nike e Walt Disney, mentre DuPont, Chevron e Intel hanno perso più del 10%.

Performance negativo anche per lo S&P 500 che, dal record dello scorso 21 maggio, così come l’indice europeo Stoxx 600, è stato affossato dalle perdite che hanno colpito i titoli di società energetiche e attive nel ramo delle materie prime, industriali, tecnologici e utility. Da allora, la flessione è vicina a -4%. [ARTICLEIMAGE]

Il Dow Jones Transportation Average non segna invece un nuovo massimo dallo scorso anno ed è in ribasso -12% dal record riportato lo scorso 29 dicembre.

Non sono sicuramente di buon auspicio per i mercati azionari globali le dichiarazioni che arrivano da Bruxelles, in occasione dell’ennesima riunione dell’Eurogruppo.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, reso noto il deficit della bilancia commerciale, che è salito +2,9% a quota $41,9 miliardi, attestandosi comunque a un valore lievemente al di sotto delle previsioni. A incidere sul dato sono state le minori esportazioni di aerei commerciali e altri prodotti manifatturieri.

Le esportazioni in generale sono scese -0,8% a $188,6 miliardi – scontando anche il rafforzamento del dollaro – mentre le importazioni sono calate -0,1% a $230,5 miliardi. Il calo delle esportazioni è stato il più sostenuto in tre mesi.

In calo i tassi sui Treasuries, con quelli decennali che sono scesi -2,76% circa fino al 2,19%, al minimo dallo scorso 3 giugno. I tassi a due anni sono calati fino allo 0,577%, al valore più basso dallo scorso 22 maggio.

Per la prima volta in un mese, i tassi trentennali sono scesi sotto il 3%, sulla scia del forte rally dei Treasuries. Buy scatenati anche sui Bund, con i tassi decennali crollati -16% allo 0,64% circa.

E’ arrivato tra l’altro l’alert dell’Fmi, che ha invitato per la seconda volta la Fed a non alzare i tassi, almeno fino a quando non ci saranno “chiari segnali” di inflazione. Il fondo afferma anche che il settore assicurativo sulla vita rappresenta un rischio per la stabilità degli Stati Uniti.

“L’economia Usa continua a inviare messaggi contrastati, sulla scia dell’ultimo report occupazionale, che è stato piuttosto deludente”, ha commentato Michael Hewson, responsabile analista mercati presso CMC Markets, in una nota.

Tra i titoli protagonisti della sessione, Tesla, il cui rating è stato rivisto al ribasso a “hold” da Deutsche Bank.

Crollo di Advanced Micro Device, scivolata fino a -17%. A scatenare il brusco sell off sul gruppo di semiconduttori è stato l’annuncio della stessa società, che ritiene che nel secondo trimestre le vendite scenderanno dell’8%. Tagliate dunque le attese, che segnalavano in precedenza una flessione -3%. AMD ha anche ridotto le previsioni sul margine lordo al 28% dal 32%, aggiungendo di attendersi un onere straordinario di $33 milioni.

Il broker Raymond James ha rivisto al rialzo il target price di Netflix ben oltre il record segnato dal titolo. Di fatto, l’analista Justin Patterson ha alzato il prezzo obiettivo da $585 a $730, valore che è superiore +10% rispetto alla chiusura di ieri a $662 e +7,2% rispetto al valore di chiusura record di $681,19, riportato lo scorso 23 giugno.

Sul valutario, l’euro sotto pressione, ma stamattina riagguanta quota $1,10.

Tra le materie prime, nella giornata di ieri i futures sul petrolio hanno segnato un tonfo -3% circa $50,88 al barile. Argento ha ceduto fino a -5,86% a $14,83 durante la sessione.

(Lna)