MILANO (WSI) – Seduta positiva a Piazza Affari e nelle principali Borse europee dopo che da Bruxelles sono giunte le notizie di un compromesso raggiunto all’unanimità su un nuovo piano di aiuti alla Grecia. Assicurati finanziamenti a breve termine, con un ricorso al Fondo Esm in cambio di riforme, e scongiurato uno scenario di Grexit. Per ora. L’intesa dovrà passare lo scoglio del parlamento greco e degli stati membri del blocco a 19, tra cui quello tedesco.
A Milano, dove il Ftse Mib avanza di un altro +1% (23.167,04 punti), volano i titoli della moda, guidati da Ferragamo (+4,1%), e i finanziari, con Mediolanum (+3,3%) e Bpm (+2,9%) in prima fila; positive anche le popolari in attesa di un’accelerazione sul risiko del settore e Telecom Italia (+1,2%) ai massimi da sei anni. Ancora debole invece Mps (-1,4%) mentre Prysmian e St perdono circa mezzo punto percentuale.
Per quanto riguarda le altre piazze europee: chiusura in rialzo per la Borsa di Parigi dove l’indice Cac40 a fine giornata segna +1,94% a 4.998,10 punti. A Londra l’indice Ftse100 a fine giornata segna +0,97% a 6.737,95 punti mentre a Francoforte l’indice Dax a fine giornata segna +1,49% a 11.484,38 punti.
Sul mercato valutario, l’euro scambia a 1,102 dollari (1,1149 venerdi’) e a 136,04 yen (136,86). Dollaro/yen a 123,37 (122,77). Barile di petrolio in calo dello 0,7% a New York a 52,35 dollari.
Nella sale operative prevale tuttavia la cautela. Si attende infatti l’approvazione delle riforme da parte del Parlamento greco entro mercoledì per permettere l’avvio di colloqui finalizzati alla concessione del terzo programma di aiuti e rimane inoltre qualche perplessità sulla fattibilità di alcuni importanti tasselli del piano, osservano i trader. “La borsa amplia il rimbalzo di venerdì ma resta una certa prudenza, non c’è l’esaltazione che ci si sarebbe potuti aspettare”, spiega un operatore, sottolineando che è importante vedere gli sviluppi in Grecia.
Vista l’incertezza sul futuro della Grecia – secondo gli analisti lo scenario di Grexit è ancora in gioco – gli investitori non comprano titoli rischiosi a occhi chiusi e anzi c’è chi prende qualche presa di profitto dopo l’euforia della fine della scorsa settimana. Un motivo per cui i listini azionari restano lontani dai massimi dell’anno e il 5% sotto i livelli di tre settimane fa.
La moneta unica sembra ormai immune alle turbolenze della crisi ellenica, ma allo stesso tempo è stata un’impresa impossibile valicare il supporto al rialzo a 1,1197. Più che altro è il dollaro che si rafforza contro le principali divise rivali, sostenuto dalle prospettive di un rialzo dei tassi della Federal Reserve.
Sul mercato del reddito fisso, lo spread Btp-Bund cala intorno ai 120 punti base dopo la collocazione con successo di 7,5 miliardi di diversi Btp, con scadenze di 3, 7, 15 e 30 anni. Il rendimento decennale del titolo italiano scende di due punti base attestandosi al 2,11%. Una percentuale così bassa non si vedeva da inizio giugno.
I paesi più virtuosi come la Germania dubitano della sincerità del governo Tsipras e vogliono vedere le riforme attuate entro mercoledì prima di concedere nuovi prestiti. Il parlamento ellencio ha due giorni per varare nuove riforme, mentre i singoli parlamenti dovranno esprimersi sull’intesa raggiunta a Bruxelles. Nei prossimi giorni e settimane si terranno le trattative per sbloccare i nuovi finanziamenti.
I futures sui principali indici europei scambiavano in calo dello 0,5-1% stamattina, prima che il ministro del Belgio scrivesse in un tweet che “un accordo all’unanimità è stato raggiunto” per aprire la strada ai negoziati che assicurino l’uscita di Atene dalla crisi.
Il governo Tsipras ha tempo fino a mercoledì per implementare le riforme desiderate dai creditori e ritrovare la liquidità necessaria a rimborsare i prestiti e riaprire le banche. Se non riuscirà a ottenere l’approvazione del parlamento, l’Eurogruppo non riaprirà le trattative sul terzo piano di salvataggio da 82-86 miliardi del paese, che rischierebbe così di uscire dall’area euro.
Le divergenze tra il governo ellenico e i falchi dell’Eurozona sono state e sono tuttora numerose. Dopo una riunione fiume di 15 ore, i negoziati sono stati sospesi e si temeva il peggio. Alla 17esima ora è arrivata l’intesa preliminare. I creditori europei vogliono vedere le riforme applicate prima di concedere nuovi aiuti. E gli emissari dell’Fmi torneranno a marzo 2016 a controllare che le riforme vengano adottate. È una condizione imprescindibile per la concessione di nuovi finanziamenti utilizzando il fondo ESM.
In Asia, le piazze finanziarie cinesi salgono ancora, favorite dalle misure straordinarie delle autorità governative e dai divieti di vendite allo scoperto su tutta una serie di titoli. Aiutano anche i dati sul commercio cinesi, che fanno ben sperare per la domanda globale.
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Siccome oltre il 40% dei titoli è ancora sospeso dagli scambi, gli analisti di Bernstein hanno avvertito che una volta che gli interventi si intorremperanno, è meglio che gli investitori si preparino ad “allacciare le cinture di sicurezza”.
In Giappone, la Borsa di Tokyo recupera con il Nikkei che guadagna l’1,57%.
Sul valutario, l’euro ha girato in calo. La moneta unica scende fino a un minimo di 1,1056 dollari. La valuta europea perde terreno anche nei confronti della sterlina scivolando ai minimi da 5 giorni a 71,24. Sul franco fa +0,2% a 1,0496. Rispetto alla divisa giapponese il dollaro fa +0,5% a 123,39 yen.
Tra le materie prime, sotto pressione i futures sul petrolio. I contratti Wti cedono lo 0,83% a 52,30 dollari al barile dopo che la produzione di barili dell’Arabia Saudita è salita a un nuovo record. Pesano anche le persistenti tensioni sui negoziati per mettere fine al programma nucleare iraniano. I futures sul Brent perdono -1,09% a 58,09 dollari. L’oro fa -0,68% a 1.155,82 dollari l’oncia.
(DaC-MT)