VIENNA (WSI) – Il diavolo sta nei dettagli, dicono in inglese. Dopo rinvii e complicazioni per mettere a punto gli ultimi dettagli, occidente e Iran hanno infine trovato la quadra.
Hanno infatti avuto successo le infinite trattative per porre fine al programma nucleare iraniano. Lo hanno fatto sapere oggi fonti diplomatiche dei 5+1 e di Teheran.
“Tutto il duro lavoro è stato ripagato e abbiamo siglato un accordo. Dio benedica il nostro popolo”, ha detto a Reuters un diplomatico iraniano che ha chiesto di rimanere anonimo. Un altro funzionario iraniano ha confermato che l’accordo è stato raggiuto.
Si tratta del passo più significativo di riavvicinamento tra occidente e Iran dalla rivoluzione iraniana del 1979. Il petrolio paga dazio sui mercati per via delle prospettive circa il ritorno sul mercato di milioni di barili iraniani.
L’accordo prevede l’embargo sulla forniture di armi convenzionali alla Repubblica islamica per la durata altri 5 anni, e le restrizioni alla tecnologia dei missili balistici per 8 anni, nonché le ispezioni sui siti di arricchimento dell’uranio di Teheran, uno degli aspetti più contesi delle trattative. Gli stabilimenti e le centrifughe continueranno a essere operativi.
L’accordo metterà fine al programma di arricchimento di uranio di Teheran e sbloccherà al contempo le sanzioni contro il paese. Se l’Iran viola gli accordi, tuttavia, le sanzioni saranno ripristinate.
A Vienna da giorni erano in corso negoziati tra la Repubblica Islamica e le cinque maggiori potenze mondiali (Russia, Cina, Usa, Regno Unito e Francia) più la Germania.
Ieri una fonte vicina ai negoziati aveva dichiarato che il 98% del testo dell’accordo è stato completato e che ormai si tratta di trovare solo decisioni politiche per superare i due o tre ultimi punti di frizione. Il testo dell’accordo è stato già inoltrato nelle capitali dei sette paesi coinvolti per l’approvazione definitiva.
I mercati da ieri credono in un accordo con i futures sul petrolio che cedono oggi quasi il 2% dopo il calo di più dell’1,5% della vigilia. Con l’annullamento graduale delle sanzioni economiche contro l’Iran, Teheran tornerà a inondare i canali commerciali mondiali di milioni di barili di petrolio, aumentando l’offerta.
L’ammorbidimento delle sanzioni dovrebbe infatti portare ad un graduale aumento delle esportazioni del paese asiatico che detiene un decimo delle riserve mondiali di greggio. Il Brent è così scivolato sotto i 57 dollari al barile, penalizzato anche dal nuovo record della produzione saudita.
(DaC)