NEW YORK (WSI) – Chiusura positiva per gli indici di Wall Street grazie all’intesa trovata tra Grecia e creditori. Il Dow Jones sale dell’1,23% a quota 17.978 punti. L’S&P 500 aggiunge l’1,13% a quota 2.100 punti. Il Nasdaq segna un rialzo l’1,13% a quota 5.072 punti.
I leader dell’Eurozona daranno ad Atene 86 miliardi di euro di aiuti se però il governo del primo ministro greco Alexis Tsipras implementa una serie di misure di austerità nei prossimi giorni. Il Parlamento greco deve passare entro mercoledì riforme pensionistiche e aumento dell’Iva, cose ampiamente rigettate dalla popolazione greca una settimana fa in un referendum. L’incertezza comunque nel lungo termine rimane, avvertono alcuni trader.
Gli operatori di borsa tuttavia sanno che molto lavoro resta ancora da fare. Entro mercoledi’ Atene deve passare al Parlamento una serie di misure piu’ stringenti di quelle contro cui la popolazione ha votato nel referendum del 5 luglio scorso. E poi serve una spedita implementazione di quelle misure. Non a caso alcuni analisti, come quelli di Societe’ Generale, vedono ancora buone chance di una Grexit. Intanto il Fondo monetario internazionale si dice disposto ad aiutare per portare avanti gli sforzi. Dal canto suo il segretario americano al Tesoro Jack Lew – che ieri in una conversazione con il premier Alexis Tsipras era tornato a chiedere flessibilita’ da ambo le parti – definisce l’intesa “un’importante passo avanti”.
L’agenda odierna negli Stati Uniti è pressoché vuota: domani la stagione delle trimestrali entrerà nel vivo con i conti di JP Morgan e Wells Fargo. Mercoledi’ e giovedi’ poi il governatore della Federal Reserve, Janet Yellen, testimonierà al Congresso. Venerdi’ scorso aveva ribadito che un rialzo dei tassi di interesse – fermi dal dicembre 2008 al minimo storico pari allo 0-0,25% – potrebbe esserci entro fine anno per la prima volta dal 2006.
Il biglietto verde si sta rafforzando, con gli investitori che puntano su una stretta monetaria della Federal Reserve nella seconda parte dell’anno e che non escludono uno scenario di Grexit.
Il Financial Times l’ha chiamato il “programma di supervisione più intrusivo della storia europea” e gli analisti non escludono ancora un’uscita di Atene dall’area euro. Il parlamento greco dovrà approvare le nuove misure di asuterity – su Iva, pensioni e privatizzazioni – in appena due giorni.
È l’ultima possibilità che ha Atene per evitare di fare default su un debito da 320 miliardi di euro, ma dovrà andare contro al volere cittadino. Il 61% dei greci che ha votato al referendum sull’ultimo piano proposto dai creditori ha detto no a nuova austerity.
Sul valutario, l’euro ha girato in calo. La divisa paga la forza del dollaro e arretra a 1,1070 dollari, quando lo scorso venerdì, nell’incertezza generale, il cambio aveva chiuso sopra quota 1,11.
La moneta unica scende fino a un minimo di 1,1056 dollari. La valuta europea perde terreno anche nei confronti della sterlina scivolando ai minimi da 5 giorni a 71,24. Sul franco fa +0,2% a 1,0496. Rispetto alla divisa giapponese il dollaro fa +0,5% a 123,39 yen.
Tra le materie prime, sotto pressione i futures sul petrolio. I contratti Wti cedono lo 0,83% a 52,30 dollari al barile dopo che la produzione di barili dell’Arabia Saudita è salita a un nuovo record. Pesano anche le persistenti tensioni sui negoziati per mettere fine al programma nucleare iraniano. I futures sul Brent perdono -1,09% a 58,09 dollari. L’oro fa -0,68% a 1.155,82 dollari l’oncia.
(DaC-MT)