Economia

Wall Street chiude tonica, Nasdaq aggiorna record storici

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NEW YORK (WSI) – L’approvazione del piano di bailout da parte del parlamento greco e una serie di risultati societari migliori delle attese spingono al rialzo l’azionario Usa con il Nasdaq 100 che ha toccato il suo massimo storico. “Ora che ci si occuperà della Grecia per il prossimo futuro, il focus passa su quanto avviene negli Usa”, spiega Mark Luschini, strategist di Janney Montgomery Scott.

Nel finale: Dow +0,39% a 1.812 punti, il Nasdaq fa +1,26% a 5.163 punti al massimo storico mentre lo S&P 500 guadagna lo 0,79% a 2.124 punti.

Dal fronte macroeconomico, le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese superando le stime e la fiducia dei costruttori ha raggiunto i massimi di 10 anni. Il Dow Jones sale di 49,87 punti, lo 0,28%, a quota 18.100,04. L’S&P 500 avanza di 14,76 punti, lo 0,7%, a quota 2.122,12. Il Nasdaq 100 aumenta dell’1,2%, 54,19 punti, a quota 4.582,67. Il Nasdaq Composite aumenta di 54,72 punti, l’1%, a quota 5.153,77. Il petrolio torna a scivolare: -0,25% a 51,28 dollari al barile.

C’e’ ottimismo tra gli investitori dopo che nella notte il Parlamento in Grecia ha approvato le misure di austerita’ chieste dai creditori per sbloccare nuovi aiuti. Alla fine di una riunione in cui la Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interese, il governatore Mario Draghi dice che l’Eurotower continuera’ ad agire presupponendo che Atene restera’ nell’Eurozona. Francoforte alza il tetto di fondi di emergenza per le banche elleniche. Sul fronte americano, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono calate piu’ delle stime.

Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato oggi che la scorsa settimana le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione sono scese negli USA di 15.000 unità a 281.000 unità, un dato peggiore rispetto alle attese. Il dato è in calo per la prima volta dopo quattro settimane ed è migliore rispetto alle stime degli analisti, che si aspettavano un dato a 285.000 unità.

In ambito societario, Goldman Sachs ha chiuso il secondo trimestre del 2015 con un utile netto dimezzato a 1,05 miliardi di dollari dai 2,04 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’utile per azione e’ pari a 1,98 dollari, ben al di sotto dei 3,89 attesi dagli analisti a causa degli 1,45 miliardi di accantonamenti effettuati nel trimestre per far fronte a “controversie legate a prestiti ipotecari e questioni regolamentari”. Una voce che riduce l’utile per azione di 2,77 dollari.

Meglio Citigroup che ha visto crescere esponenzialmente i profitti, grazie a una decisa riduzione delle spese legali, al piano di riduzione dei costi e alla buona performance della divisione di consumer banking in Nord America. La terza maggiore banca americana per asset ha messo a segno un utile di 4,846 miliardi di dollari, 1,51 dollari per azione, contro i 181 milioni di dollari, 3 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.

Sul valutario, cala l’euro dopo l’intervento di Janet Yellen che ha parlato di una stretta monetaria entro fine anno. La moneta unica cede lo 0,32% sulla sterlina a 0,6975, avvicinandosi ai minimi di otto anni. L’euro perde lo 0,61% a 1,0883 dollari ed è in lieve flessione sul franco svizzero a 1,0415.

Tra le materie prime, i futures sul greggio recuperano quasi l’1% sul Wti dopo il calo del 3% di ieri. I contratti fanno +0,88% a quota $51,86 il barile. Il Brent guadagna l’1,48% a 57,78 dollari al barile. L’oro fa -0,39% a 1.144,95 dollari l’oncia.

(DaC-MT)