ATENE (WSI) – Il parlamento greco ha ufficialmente dato il via libera ai negoziati per sbloccare 86 miliardi di euro di aiuti.
Al contempo ha anche accettato riforme imposte dai creditori che sono tra le più severe mai viste per un paese industrializzato. Approvando in aula la seconda tranche di riforme chieste dalla troika, Atene è entrata nella morsa del leone.
Il primo ministro greco Alexis Tsipras è riuscito a contenere i ribelli del suo partito Syriza e i rialzisti del mercato ne traggono giovamento, ma il popolo ellenico ha poco da festeggiare.
Il passaggio delle riforme di giustizia e sistema finanziario in aula con 224 si e 63 no ha spinto l’azionario e i bond della periferia in rialzo. Anche l’euro avanza ma secondo gli analisti la fase positiva sul dollaro non è destinata a durare.
I soldi verranno utilizzati per rimborsare i suoi debiti monstre, per ricapitalizzare un sistema bancario senza più liquidità, ripagare gli interessi sui prestiti e allo stesso tempo, far si che la Bce mantenga in vita le banche a suon di iniezioni di capitale di emergenza tramite i canali ELA.
Le proteste e violenze per le strade di Atene degli ultimi giorni, ci dicono come la gente ne abbia abbastanza delle misure draconiane di austerity.
Il programma di salvataggio è stato criticato da pressoché tutti gli osservatori più competenti e persino dai due firmatari principali, Tsipras e Schaeuble.
Le critiche sono sempre le stesse e sono state ben documentate: troppe misure recessive, obiettivi irrealistici, un piano di privatizzazioni da 50 miliardi che non convince e che assomiglia molto a una svendita di asset statali. E il tutto senza nemmeno la garanzia che il debito venga graziato e come questo avverrà. Tuttavia il programma discutibile ha passato con scioltezza il test delle aule parlamentari di Berlino e Atene.
Le autorità ora non hanno scelta. Devono approfittare del momentum positivo per stringere un accordo più a lungo termine e tornare a fare respirare i greci con un taglio del passivo da 320 miliardi di euro.
Gli analisti di BNP Paribas intanto hanno avvertito che la crisi non è ancora finita. Andrew MacFarlane ha scritto in una nota ai suoi clienti che “i rischi rimangono, come dimostrano le divergenze tra l’Fmi e i creditori europei sul taglio del debito così come i dubbi sulla capacità del governo di implementare le misure impopolari”.
C’è anche chi parla di rischio di ritornare a parlare di Grexit tra un anno se le parti in causa non troveranno una soluzione più a lungo termine. Il emrcato spera che le elezioni anticipate ipotizzate per questo autunno in Grecia possano dare una mano alle trattative con i falchi dell’area euro.
(DaC)