ATENE (WSI) – Falsa partenza ad Atene, causa qualche intoppo organizzativo, per i colloqui internazionali sul terzo programma di aiuti da 86 miliardi di euro. Dovevano prendere in via oggi e invece saranno posticipati di un paio di giorni.
Ci sono stati dei problemi logisitici da risolvere a livello di sicurezza, ha riferito un funzionario della Commissione Europea. “Sul tavolo ci sono diverse opzioni”, ha detto il rappresentante dell’esecutivo Ue, senza aggiungere altre informazioni.
Gli organizzztori sono alla ricerca di un luogo che sia abbastanza sicuro, al riparo dai cittadini arrabbiati per un nuovo round di misure di austerity. Non si sono nemmeno svolte, come sembrava in un primo momento, le prime trattative “tecniche”, proprio per paura che le proteste dei cittadini – che non sono mancate nei giorni scorsi anche davanti al parlamento – possano interferire sullo svolgimento delle trattative, causandone l’interruzione.
I capi rappresentanti della missione per l’Ue, la Bce e l’Fmi dovevano volare ad Atene stamattina, ma non sono ancora arrivati. Per i negoziati di alto livello bisognerà aspettare ancora. Poi la troika dei creditori tornerà in Grecia dopo che l’aula parlamentare – nonostante la defezioni dei dissidenti del partito al governo Syriza, ha approvato le due tranche di riforme draconiane chieste in cambio del piano di salvataggio.
Ma per salvare il paese da altri anni di povertà servirebbe molto di più e di diverso dagli interventi di rigore in tema di privatizzazioni, pensioni, lavoro, Iva e giustizia.
In particolare – lo dicono tutti gli economisti, la Bce e persino l’Fmi – c’è bisogno di una riduzione del debito pubblico monstre da 320 miliardi. L’istituto di Washington è tornato a chiedere una simile misura di alleggerimento del fardello statale, ma la Germania non ne vuole sapere e l’impressione è che al massimo aprirà a un allungamento delle scadenze sulla falsa riga di quanto avvenuto nel 2012.
Mercoledì 29 luglio alla Camera italiana si terrà una informativa del ministro dell’Economia Piercarlo Padoan sulla Grecia. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.