ROMA (WSI) – Una doppia fregatura per i pazienti. Non usa mezzi termini Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato che, in un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa, commenta le disposizioni previste dalla manovra sulla sanità, che includono soprattutto lo stop alle prescrizioni facili di tac, risonanze e analisi e il freno alla valanga di denunce contro i medici.
“Non solo avranno meno prestazioni ma anche minori tutele giuridiche nei casi di malasanità”. Aceti lancia l’allarme.
Obiettivo del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin è quello di frenare il boom delle cause contro i medici, che si traducono – ricorda La Stampa – in “13 miliardi di sprechi per la medicina difensiva. Quella che fa prescrivere in eccesso ai medici per mettersi al riparo dagli avvocati”.
Lorenzin vuole ridurre la prescrizione da 10 a 5 anni e impedire i ricorsi per “danno lieve”, ma soprattutto vuole – precisa il quotidiano torinese – “l’onere della prova”. Il che significa che non spetterà più al medico l’onere di dimostrare di non aver commesso alcun errore, ma al cittadino dimostrare lo sbaglio. E il pomo della discordia è proprio questo.
“Una proposta irricevibile, tutta sbilanciata a favore dei medici – continua Aceti – Gli assistiti non hanno possibilità di raccogliere le informazioni sulle scelte diagnostiche e cliniche dei medici. Avere giustizia così diventa impossibile”.
Sempre intervistato da La Stampa Costantino Troise, responsabile del più forte sindacato degli ospedalieri, l’Anaao, fa notare che “di fronte alla paura di perdere parte dello stipendio già bloccato da sei anni il medico finirà per prescrivere sul ricettario bianco, scaricando così la spesa sugli assistiti”.
“In caso finisca per negare la prestazione si esporrà invece al rischio di nuove cause sanitarie”, che è esattamente quanto Lorenzin vorrebbe frenare.