Economia

Borsa Milano peggiora, euro sopra $1,09. Mps +8%, Mediaset -4%

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MILANO (WSI) – Una sessione all’insegna della debolezza per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che ha accelerato al ribasso nel finale a -0,45% circa, a 23.705 punti.

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Forti acquisti su Mps, rimasta protagonista assoluta della sessione. Le quotazioni sono balzate fino a +9% circa, e gli scambi boom sono stati superiori al 3,2% del capitale. Focus sui risultati di bilancio che sono stati resi noti e sulle novità che riguardano l’assetto manageriale.

Altri bancari contrastati, con Bper -1,60% e BPM +0,51%. BP -1,84%. Intesa -1,15%, Unicredit -1,26%, Ubi Banca -1,42%, Mediobanca -2,04%.

Tra altri titoli Eni +0,87%, Finmeccanica -1,57%, Exor -1,70%, Azimut -4% circa, Telecom Italia -0,41% dopo i risultati, molto male Mediaset che perde oltre -4,20%, Tenaris +4%, UnipolSai -4,34% dopo i conti, Saipem +1,23%.

Mps ha snobbato la decisione di Equita Sim di rivedere al ribasso il target price del titolo da 2 a 1,8 euro, confermando la raccomandazione “hold”. Gli analisti hanno poi tagliato le previsioni del periodo 2015-17 del 17%, aumentando il costo del rischio mediamente da 110 a 125 pb e alzando di 70 pb il Cet 1 (da 10,2% a 11% per il 2015), per riflettere la sorpresa del secondo trimestre.

Telecom -0,90% dopo il risultato di bilancio e il giudizio di alcuni analisti, come di quello di Jefferies, che ha un target sul prezzo a 1,35 euro e che ha reiterato il rating a “buy”.

La società di brokeraggio ha spiegato l’ottimismo con la ripresa dei ricavi e anche con l’Ebitda, in linea con le sue stime. Equita anche ha apprezzato i progressi sul mercato domestico di Telecom Italia. La raccomandazione anche in questo caso è “buy” con target price a 1,37 euro. Ma i giudizi positivi su Telecom non sono bastati.

Tenaris in corsa grazie al buy confermato da Ubs, che hanno però rivisto al ribasso il prezzo obiettivo dell’ADR scambiato a Wall Street a $35 dai precedenti $36,5.

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni +1,64% a 116,88 punti base, con tassi sui BTP decennali -1,72% all’1,82% e tassi sui Bund -7,18% allo 0,65%.

Sul mercato valutario, l’euro prima in discesa sul dollaro dopo la pubblicazione del report Usa sul lavoro, poi in recupero, con +0,16% sul dollaro a 1,0942. Dollaro/yen ha fatto dietrofront anche sullo yen a JPY 124,27 (-0,38%). Euro/yen -0,21% a JPY 136. Euro/sterlina +0,51% a GBP 0,7078. Euro/franco +0,42% a CHF 1,0760.

Oggi è stato il giorno tanto atteso dai mercati di tutto il mondo, per la pubblicazione del grande market mover da cui dipenderà anche la decisione sui tassi della Fed: la pubblicazione del report occupazionale di luglio degli Stati Uniti.

Il dato ha messo in luce la creazione di 215.000 nuovi posti di lavoro, a fronte di un tasso di disoccupazione rimasto invariato al 5,3%. Rivisti al rialzo i numeri di maggio e giugno. Aumentano le speculazioni sull’adozione di una prima manovra di politica monetaria restrittiva a settembre, anche se diversi dati macro americani mettono in evidenza un quadro contrastato.

Il rapporto sul lavoro è stato successivo per esempio alla pubblicazione del report stilato dalla società di consulenza Challenger, Gray & Christmas. Secondo il report, gli annunci di licenziamenti a luglio sono stati di 105.696 unità. Si tratta del primo mese in cui le riduzioni hanno superato la soglia a quota 100.000 dal settembre del 2011. Sul dato ha pesato l’annuncio dell’esercizio di ridurre la forza lavoro sia civile che militare. Hanno annunciato licenziamenti anche società attive nel settore hi-tech: 18.891 annunci sono arrivati da società di computer e di elettronica.

Ancora incertezze dunque su un rialzo dei tassi sulla Fed a settembre.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa -0,83% a 44,29 dollari al barile, Brent -1,03% a $49,01. Oro +0,62% a $1.096,90, argento +1,83% a $14,95.

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Dal fronte economico europeo, inatteso calo della produzione industriale della Germania a giugno. L’indicatore mette in evidenza i rischi a cui la più grande economia europea va incontro, causa la crescita più debole di mercati emergenti come la Cina.

Sullo sfondo rimangono i problemi che interessano la Grecia.

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In Asia rally di Shanghai, +2% circa, sulla scia di indiscrezioni secondo cui un’iniezione di trilioni di yuan sarà iniettati sull’azionario cinese da parte di 300 fondi circa cinesi. Hong Kong +0,73%, mentre sotto pressione l’indice australiano, che ha ceduto -2,41% circa, al minimo dallo scorso 14 luglio, sulla scia di perdite che hanno colpito i titoli finanziari e minerari. Smobilizzi in particolare su Australia and New Zealand Banking Group, con le quotazioni scivolate oltre -6%: gli investitori hanno reagito alla notizia diffusa giovedì secondo cui la banca procederà a un’operazione di aumento di capitale di $2,2 miliardi. Male i produttori di oro.

Tokyo in lieve rialzo +0,29%, sulla scia del rally del titolo del gigante delle telecomunicazioni SoftBank, +4,4%, che ha annunciato un buyback di azioni per un valore vicino a $1 miliardo.