Economia

La guerra valutaria cinese abbatte Wall Street, chiusura in rosso

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NEW YORK (WSI) – Chiusura in forte calo per Wall Street sono sotto pressione dopo la mossa a sorpresa della People’s Bank of China, che ha permesso il deprezzamento di quasi il 2% dello yuan contro il dollaro. Si tratta della maggiore flessione in oltre due decenni.

Nel finale, il Dow perde l’1,21% a 17.402 punti, il Nasdaq scivola dell’1,27% a 5.036 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,95% a 2.084 punti. La decisione della Banca centrale cinese ha fatto venire meno la propensione al rischio riscoperta soltanto ieri.

L’impressione tra i trader è che la svalutazione del renminbi non faccia altro che aumentare ancora di più le preoccupazioni già esistenti sul rallentamento dell’economia cinese, che potrebbe essere peggiore di quanto anticipato dai mercati. Ci sono poi timori legati alla competitività. L’azionario europeo per esempio perde quota con i gruppi esportatori particolarmente colpiti.

Dal fronte macro, intanto, in Usa la produttività nel secondo trimestre è cresciuta per la prima volta dopo due trimestri in calo ma il dato (+1,3%) è inferiore alle stime (+1,6%). Un dato debole è fonte di preoccupazione per la Federal Reserve, attenta a capire se l’economia nel lungo termine e’ capace di sostenere i salari e gli standard di vita degli americani

Le valute emergenti come il dollaro australiano e di Singapore, e alcune materie prime come petrolio, rame e nickel, hanno accusato i colpi maggiori.

Tra le singole blue chip, spicca il balzo di Google (+4%): agli analisti piace piano di ristrutturazione che vedrà la nascita della holding Alphabet. C’è chi come Monness Crespi Hardt ha fissato un target price di 900 dollari. Al momento le azioni A scambiano in area 700 dollari.

Crollano invece Apple e Caterpiller, che lasciano sul terreno rispettivamente il 5 e il 2,5%

In ambito macro, buone notizie dalla produttività, che è tornata a crescere dopo due trimestri consecutivi negativi. L’attività ha registrato un’espansione dell’1,3% nel secondo trimestre.

Sul mercato valutario, l’euro fa +0,12% a $1,1032. Dollaro/yen +0,21% a JPY 124,89. Euro/sterlina +0,14% a GBP 0,7077. Euro/franco svizzero +0,19% a CHF 1,0860.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa cedono -3,3% a 43,44 dollari al barile, Brent -1,17% a $49,82. Oro _0,81% a $1.113,51 l’oncia, argento +0,76% a $15,36.

(DaC-MT)