Economia

Giappone verso recessione? Crash corporate bond Usa peggiore da Lehman Brothers

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ROMA (WSI) – Nel secondo trimestre del 2015, l’economia del Giappone ha subito una contrazione, causa il taglio delle spese sia da parte delle aziende che dei consumatori e il crollo delle esportazioni verso gli Usa, l’Asia e l’Europa.

In particolare, il prodotto interno lordo è sceso -1,6% su base annua, ponendo fine a due trimestri di crescita. In media, gli analisti di Bloomberg avevano stimato un calo -1,8%. “Non c’è stato niente di positivo nei dati sul Pil di oggi – ha detto, nel corso di un’intervista a Bloomberg, Hideo Kumano, economista presso Dai-ichi Life Research Institute ed ex funzionario della Bank of Japan – I consumi privati sono stati molto deboli, anche le esportazioni hanno allentato il passo, riflettendo un rallentamento nelle economie emergenti, specialmente in Cina.

Tra l’altro i consumi sono scesi per la prima volta in quattro trimestre, riflettendo sia le condizioni meteo che gli effetti dell’aumento dell’Iva; inoltre le paghe non hanno tenuto il passo con l’aumento del costo della vita.

Guardando ai numeri, le esportazioni sono scese -4,4% su base trimestrale, soffrendo il calo più forte dal 2011.

Si teme a questo punto, come indica il grafico, la quinta recessione del Giappone in appena sei anni. E il collasso delle valute asiatiche prosegue. [ARTICLEIMAGE]

Questo, mentre la Cina continua a spaventare dopo i numeri, anche in questo caso, sul Pil. Un sondaggio di Bloomberg riporta che l’economia cinese sta crescendo a un tasso più debole rispetto a quello che i dati ufficiali suggeriscono e al di sotto del potenziale: stando alle stime di 11 economisti intervistati la scorsa settimana, il Pil del primo semestre del 2015 è cresciuto del 6,3% – contro il +7% reso noto dal governo -. Per l’intero anno, gli esperti prevedono un tasso di crescita su base reale del 6,6%.

Le autorità cinesi sarebbero dunque realmente preoccupate per lo stato di salute dell’economia del paese; si spiegano in questo modo le svalutazioni dello yuan, che la scorsa settimana sono andate avanti per tre giorni consecutivi. In realtà la Cina ha svalutato di nuovo lo yuan nella giornata di oggi e, nonostante le rassicurazioni, sia Credit Suisse che Morgan Stanley ritengono che il rapporto dollaro/yuan scenderà ulteriormente, fino a 6,60.

Barclays più ribassista, ritiene che lo yuan sia sopravvalutato del 18% e stima che un tonfo della moneta di un ulteriore -7% prima delle fine dell’anno.

La svalutazione dello yuan ha fatto già illustri vittime. Tra queste, si mettono in evidenza i corporate bond degli Stati Uniti, reduci dal peggiore bagno di sangue dal crac di Lehman Brothers.

I rendimenti dell’indice Bank of America/Merrill Lynch High Yield CCC è volato dal 13,58% al 16,18%, segnando il rialzo maggiore dai tempi della crisi finanziaria.
(Lna) [ARTICLEIMAGE]