ROMA (WSI) – Nuovi smobilizzi sul rame, con i prezzi scambiati sull’Lme (London Metal Exchange), che sono scesi al di sotto della soglia dei $5.000 la tonnellata per la prima volta dal 2009.
Così come ha fatto notare un trader, “il sentiment verso la Cina è debole, il dollaro è comunque forte e c’è una combinazione poco fortunata di diversi fattori che stanno mettendo sotto pressione i prezzi”.
Macquarie ha commentato il quadro dei metalli di base, affermando che il crollo in particolare del rame implica che quasi una miniera su cinque, in tutto il mondo, sta perdendo soldi. Gli analisti del team guidato da Vivienne Lloyd hanno precisato che alcune miniere, soprattutto in Cina, saranno costrette dunque a tagliare l’offerta o anche a chiudere, se i prezzi continueranno a oscillare attorno a valori così bassi.
Detto questo, il calo dell’offerta potrebbe non essere sufficiente in quanto, stando all’analista Weinberg di Commerzbank, “il mercato sembra molto più preoccupato per la domanda. Molto dipende dal sentimenti di mercato, che è piuttosto negativo”.
(Lna)