NEW YORK(WSI) -Seduta da dimenticare per Wall Street, che si lascia alle spalle la peggiore seduta dell’anno con perdite per i principali indici dell’ordine del 2%. Nel finale il Dow Jones perde il 2,06% a 16.991 punti (-358 punti). Peggio il Nasdaq in calo del 2,83% 4.877 punti mentre lo S&P 500 flette del 2,1% a 2.036 punti (-1.1% da inizio anno).
Continuano le preoccupazioni per la crescita globale, alimentate ancora una volta dalla volatilità delle piazze asiatiche men e per calo continuo dei prezzi petroliferi. Non solo.
Gli investitori devono fare i conti con i messaggi contrastati mandati dalla Federal Reserve nei suoi ultimi verbali. Il mercato continua a domandarsi se la Federal Reserve sia davvero pronta ad alzare i tassi di interesse il mese prossimo per la prima volta dal 2006. Come emerso ieri dai verbali della riunione di luglio, i governatori della banca centrale americana credono che le condizioni per una stretta non siano state ancora raggiunte ma si stanno avvicinando. Di conseguenza, ogni dato macroeconomico verrà studiato con particolare attenzione.
Dal fronte macro, un dato deludente è arrivato dalle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione che nell’ultima settimana sono aumentate di 4mila unità a quota 277mila unità. Le attese degli analisti erano per una flessione di 2.000 unità. La media mobile delle quattro settimane nel periodo è salita di 5.500 unità a quota 271.500 unità, restando vicino ai minimi degli ultimi quindi anni.
Sale oltre le attese l’indice manifatturiero Philadelphia Fed. In agosto, il dato si e’ attestato a quota 8,3 punti, in rialzo rispetto ai 5,7 punti di luglio e sopra il consensus, che era fermo a 6,75 punti.
Bene anche le notizie dal fronte immobiliare. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono salite del 2% a luglio rispetto a giugno alla quota destagionalizzata di 5,59 milioni di unita’, il livello piu’ alto dal febbraio 2007. Il dato reso noto dall’associazione agenti immobiliari e’ nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un calo dello 0,73%. Le vendite del mese di giugno sono state riviste leggermente al ribasso a 5,48 milioni dai 5,49 milioni previste inizialmente.
Tra i titoli, gli analisti di Bernstein hanno bocciato il titolo Disney, portando il rating da outperform a market perfor, citando le valutazione troppo alte. Nel settore retail Sears Holdings ha messo a segno utili trimestrali al netto di voci straordinarie pari a 67 centesimi contro una perdita da 2,5 dollari attesa dagli analisti. Ma le vendite nei negozi aperti da almeno un anno sono scese.
Sul valutario, euro +0,28% saldamente sopra $1,11, a $1,1151. Dollaro/yen +0,03% a JPY 123,84. Euro/franco svizzero -0,11% a CHF 1m0726; euro/yen +0,33% a JPY 138,11, euro/sterlina +0,67% a GBP 0,7137. Aumentano le probabilità, al 65%, che la Fed alzi i tassi piuttosto nella riunione di dicembre.
Tra le materie prime, continua la caduta dei prezzi del petrolio. A New York, i futures -1% a $40,39 dopo il tonfo della vigilia, quando sono crollati oltre -4%. Ad affossare i prezzi del petrolio i dati diffusi negli Stati Uniti dall’Energy Information Administration, che hanno messo in evidenza un rialzo delle scorte crude di 2,6 milioni di barili la scorsa settimana, contro le attese degli analisti di un calo -777.000 barili. Il contratto dei futures scambiati a New York è scivolato fino a $40,52 al barile, attestandosi attorno al minimo dell’anno e quella di ieri è stata la perdita di un giorno maggiore dal 6 luglio scorso. Le quotazioni hanno sofferto un tonfo di quasi -16% dall’ultimo meeting del Fomc di luglio.
Un trend che al momento non sembra destinato a fermarsi su tutti i principali contratti futures sul petrolio, come sostiene Robin Bieber, direttore a PVM Oil Associates. “La tendenza è verso il basso ed è forte”, dice Bieber in una nota.
(DaC-MT)