Cina, nuove manovre straordinarie. Mentre è purga anche contro giornalisti finanza
ROMA (WSI) – Recupero per la borsa di Shanghai, che mette a segno un rialzo superiore al 2%, oscillando attorno all’importante soglia psicologica di 3.000 punti sulla scia di nuove manovre da parte della People’s Bank of China. La banca centrale cinese ha svalutato nuovamente lo yuan ai minimi in 4 anni (6,4085 nei confronti del dollaro) e ha iniettato liquidità per un valore di 150 miliardi di yuan. Continuano nel frattempo gli arresti per chi, secondo Pechino, alimenterebbe le vendite sui mercati azionari. Così come scrive il managing editor del The South China Morning Post: “sapete già che è rischioso occuparsi di politica nel mondo del giornalismo cinese. Ora anche essere un giornalista di finanza è un lavoro rischioso”.
D’altronde, il governo ha vietato l’utilizzo di frasi come “disastro sull’azionario”, e “salvataggio del mercato”. La rivista Caijing ha confermato che uno dei suoi giornalisti è stato arrestato dalla polizia per aver scritto un articolo sull’azionario, rinnegato dalle autorità.
Intanto, dal Giappone, il numero uno della Bank of Japan Kuroda ha detto di non essere preoccupato delle guerre valutarie”, sottolineando che “non c’è alcuna guerra valutaria” e che dunque non ha alcun “piano per ulteriori manovre di politica monetaria espansiva”.
“La politica sul forex in Giappone spetta al Ministero delle Finanze”. E ancora: “alcuni sul mercato sono troppo pessimisti sull’economia cinese”.